OpenAI ha dichiarato di aver disabilitato ChatGpt per gli utenti in Italia su richiesta del Garante della Privacy. Il sito internet dell'applicazione risulta al momento irraggiungibile da quello Stato e un avviso sulla pagina web chat.openai.com afferma che "il proprietario del sito potrebbe aver impostato restrizioni che impediscono agli utenti di accedere".
Luca Zorloni, web editor di Wired Italia, esperto di telecomunicazioni ed internet, nei giorni scorsi ha contattato OpenAI dialogando sul futuro di ChatGPT alla luce dell'istruttoria aperta da Roma.
"Il garante della privacy italiano - spiega Zorloni ai microfoni della RSI- ha contestato a OpenAI, che è la startup alle spalle di ChatGPT, il trattamento non consensuale dei dati personali degli utenti italiani, un trattamento anche inesatto qualora l’algoritmo restituisce delle informazioni sbagliate, la mancanza di un’informativa sulla privacy immediatamente comprensibile e infine l’assenza di un filtro per vietare ai minori di 13 anni di accedere al servizio". Lo stesso tecnico spiega che un algoritmo come ChatGPT può utilizzare dati personali di vario tipo per il suo training. "Un elemento, dice, sono i dati pubblici su internet che vengono pescati a strascico per alimentare gli archivi per elaborare e allenare l’algoritmo. E poi ci sono i dati che noi conferiamo nel momento in cui interloquiamo con ChatGPT. Quindi magari gli facciamo delle domande e riveliamo degli aspetti della nostra vita".
Stop a ChatGPT da parte di Roma finché non rispetterà la disciplina privacy
L'azienda sarà costretta ad apportare dei cambiamenti: intanto ha sospeso il servizio per gli utenti che si connettono dall'Italia, congelando pure gli abbonamenti con il rimborso a chi ha fatto una sottoscrizione a marzo. I prossimi passi potrebbero essere decisi dopo il confronto con Roma. "Ora - conclude Zorloni - hanno 20 giorni, hanno detto a noi di Wired che sono intenzionati a parlare con il Garante, è chiaro che questo segnale già dà l'idea che non sono dispostissimi ad arretrare sulle loro posizioni... che il garante considera convincenti".
La nota del Garante
"ChatGPT, il più noto tra i software di intelligenza artificiale relazionale in grado di simulare ed elaborare le conversazioni umane, spiega l'Autorithy italiana - lo scorso 20 marzo aveva subito una perdita di dati (data breach) riguardanti le conversazioni degli utenti e le informazioni relative al pagamento degli abbonati al servizio a pagamento. Nel provvedimento, il Garante privacy rileva la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI, ma soprattutto l'assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di "addestrare" gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma.
Come peraltro testimoniato dalle verifiche effettuate, le informazioni fornite da ChatGPT non sempre corrispondono al dato reale, determinando quindi un trattamento di dati personali inesatto. Da ultimo, nonostante – secondo i termini pubblicati da OpenAI – il servizio sia rivolto ai maggiori di 13 anni, l’Autorità evidenzia come l’assenza di qualsivoglia filtro per la verifica dell’età degli utenti esponga i minori a risposte assolutamente inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza.
OpenAI, che non ha una sede nell’Unione ma ha designato un rappresentante nello Spazio economico europeo, deve comunicare entro 20 giorni le misure intraprese in attuazione di quanto richiesto dal Garante, pena una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo".
Fenomeno ChatGPT: ecco cos'è e come funziona
RSI Info 10.02.2023, 17:55