L'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, condannato mercoledì in appello a 12 anni di carcere per corruzione, ha accettato la precandidatura alle presidenziali del prossimo ottobre offertagli giovedì dal comitato del Partito dei lavoratori (PT).
"Rispetto la sentenza, quello che non accetto sono le bugie che hanno usato per costruire le prove per condannarmi: loro sanno che non ho mai commesso reati. C'è stato un patto tra il potere giudiziario e la stampa nazionale per eliminare il PT dal Governo del Paese. Non accettavano più la crescita sociale delle classi più povere e dei lavoratori e l'aumento della scolarizzazione", ha chiosato Lula.
Il capogruppo al Senato del PT, Lindberg Farias, ha assicurato da parte sua che prima di arrestare Lula "dovranno arrestare milioni di cittadini". Uno dei giudici della Corte costituzionale brasiliana, Marco Aurelio Mello, ha stimato che un eventuale arresto "incendierebbe il Brasile".
Alla riunione partecipava anche Dilma Rousseff, deposta per impeachment nell'agosto 2016.
ATS/ludoC