L’attesa è stata lunga e lo sbarco veloce. Sono scesi giovedì sera tardi dalla Diciotti, al porto di Trapani, i 67 migranti che erano stati soccorsi nel Mediterraneo dal rimorchiatore Vos Thalassa e poi trasbordati sulla nave della guardia costiera italiana.
L’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato determinante per sbloccare la situazione, portando il premier Giuseppe Conte ad annunciare lo sbarco. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini (Lega), fautore di una politica del pugno di ferro contro lo sbarco di migranti sulle coste italiane, ha da parte sua “espresso stupore".
I primi a scendere nel porto di Trapani sono stati i due migranti indagati a piede libero dalla Procura per violenza privata continuata ed aggravata ai danni del comandante e dell'equipaggio del rimorchiatore Vos Thalassa. Entrambi erano scortati dalla polizia. Per loro, twitta il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, "la pacchia è finita".
Il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, ha definito la lunga attesa della Diciotti "una vicenda surreale, degna di una storia di Pirandello". "L'importante per il momento - ha osservato - è che tutto è finito bene grazie anche all'intervento dei due presidenti" (del Consiglio e della Repubblica, ndr.)
A bordo di nave Diciotti c'erano anche tre donne, due minorenni non accompagnati, un pakistano di 16 anni e un egiziano di 17. Il numero maggiormente numeroso era rappresentato da migranti provenienti dal Pakistan che sono 23. Sono 12 quelli che arrivano dal Sudan, 10 dalla Libia, sette dalla Palastina, 4 ciascuno da Marocco e Algeria, due dall'Egitto, e uno ciascuno da Ciad, Nepal, Yemen, Ghana e Bangladesh. Una delle donne ha una ferita a un piede. La sua condizione è sotto valutazione medica e potrebbe essere ricoverata in ospedale, assieme al bambino che è con lei. Gli altri saranno condotti nel Cie di contrada Milo.
Lo sbarco è stato seguito da una cinquantina di curiosi; al passaggio del bus con i migranti a bordo è scattato un lungo e sentito applauso.
ATS/ludoC
"Seicento morti in un mese"
Sono 600 i migranti morti annegati nel tentativo di attraversare il Mediterraneo nel corso delle ultime quattro settimane. La cifra è fornita dalle ONG Medici senza frontiere e Sos Mediterranée. Tra le vittime anche neonati e bambini. Una cifra che resta dunque ingente nonostante la riduzione del flusso migratorio e che va ricondotta al blocco dell'attività delle navi di soccorso delle organizzazioni non governative, come spiega Carlotta Sami, portavoce della Agenzia ONU per i rifugiati.