Da sempre la criminalità organizzata riesce a trarre vantaggio dalle crisi, tramutandole in opportunità. La crisi legata al coronavirus non farà probabilmente eccezione, e c'è chi, in questo senso, guarda già con preoccupazione alla fase di riapertura economica in Italia.
Durante il lockdown si è registrata una diminuzione dei crimini, e quelli di stampo mafioso si ipotizza abbiano subito una riduzione fino all'80%. Il sentore è però quello che vi siano grossi capitali di denaro che si stiano spostando proprio verso l'Italia, dove si teme possano venire investiti dalle organizzazioni criminali per infiltrarsi ulteriormente nel tessuto economico italiano.
Già nell'attuale fase di chiusura i clan non sono rimasti con le mani in mano: oltre al presunto spostamento di capitali, sono stati segnalati due episodi dove alcuni boss hanno portato la spesa a famiglie bisognose, con i verosimili intenti di esigere in futuro favori in cambio oppure di reclutare nuove forze.
Ma come evitare ulteriori infiltrazioni, che potrebbero toccare gli appalti e il sistema sanitario in aggiunta ai già toccati settori dell'edilizia e della ristorazione? Gli esperti auspicano una strategia di collaborazione che coinvolga Confindustria e le camere di commercio. La mafia sta diventando sempre più un fenomeno e un problema globali che richiedono delle risposte altrettanto globali con una politica condivisa.