Nuovo venerdì di alta tensione in Medio Oriente. La polizia israeliana ha fatto irruzione a Gerusalemme nella moschea di al Aqsa, considerata il terzo luogo sacro dell'Islam. Tel Aviv sostiene che l'intervento si è reso necessario dopo gli scontri avvenuti all'esterno con individui mascherati, poi barricatisi nell'edificio.
Il presidente palestinese Mahmud Abbas ha subito condannato la brutalità delle forze dell'ordine e ha avvertito Israele che col suo comportamento rischia di trascinare la regione verso una guerra di religione, con conseguenze catastrofiche. Da Gaza, intanto, Hamas ha incitato la popolazione di Gerusalemme e della Cisgiordania a sollevarsi contro Israele.
Manifestazioni sono scoppiate anche alla frontiera con la Striscia di Gaza, dove 7'000 dimostranti si sono scontrati per ore con i soldati schierati per impedire che abbattessero i recinti di confine. Due dimostranti sono rimasti uccisi dagli spari dei soldati dello Stato ebraico. Sale così a oltre 150 il numero dei palestinesi morti dallo scorso 30 marzo durante la vasta ondata di proteste per il ritorno degli esuli nei Territori occupati.