#Metoo nel giornalismo sportivo

La protesta contro gli abusi e le violenze sulle donne si allarga in Francia anche al mondo dello sport e pure al dietro le quinte delle trasmissioni sportive televisive, un mondo monopolizzato dagli uomini, dove le donne hanno faticato ad essere accettate e giudicate solo per il loro lavoro. A scoperchiare il vaso di Pandora è il documentario "Je ne suis pas une salope, je suis une journaliste" di Marie Portolano, diffuso domenica sera da Canal +. La rete, tuttavia, è stata accusata lunedì di aver censurato il filmato per proteggere la star fra i suoi commentatori, Pierre Ménès.

Stando al sito Les Jours sarebbero stati tagliati, in particolare, due passaggi relativi ad altrettante aggressioni a carattere sessuale imputate a Ménès: nel 2016, fuori onda ma in pubblico, sollevò la gonna (e, a detta di lei, palpeggiò pure) la stessa Portolano. Nel 2011, invece, baciò di sorpresa sulla bocca la collega Isabelle Moreau, una scena che si può ritrovare sui social così come una del tutto analoga del 2016, con Francesca Antoniotti nei panni della vittima.

Il cronista ha espresso un "profondo pentimento" affermando che quanto gli è rimproverato "è inaccettabile nel 2021". Le sue scuse sono state maldestre e in rete Ménès è confrontato a una pioggia di reazioni indignate. Già lunedì sera l'hashtag #PierreMenesOut era stato utilizzato più di 55'000 volte.

"Baciare qualcuno con la forza o di sorpresa, palpeggiare il fondoschiena non solo in uno studio televisivo, ma anche sui trasporti pubblici, al lavoro, in qualsiasi contesto è un reato punito dalla legge", ha ricordato intanto su Twitter la portavoce del Ministero dell'interno Camille Chaize.