Il Parlamento europeo riunito a Bruxelles ha scritto mercoledì quella che la sua presidente Roberta Metsola si è affrettata a definire “una pagina di storia”, adottando il “Patto sulla migrazione e sull’asilo” sul quale era stato raggiunto un compromesso politico in dicembre e che dovrà ancora essere formalmente ratificato dagli Stati membri, probabilmente a fine mese. Il via libera definitivo è atteso entro le elezioni europee di giugno, l’applicazione nel corso del 2026. Non si tratta di un documento unico ma di un insieme di 10 testi, che fra l’altro rafforzano i controlli alle frontiere esterne, stabiliscono un obbligo di registrazione in una banca dati comune e creano un meccanismo di solidarietà fra gli Stati membri, anche se la regola della responsabilità da parte del primo Paese di accoglienza viene mantenuta.
Il tema divide gli Stati membri, vista l’opposizione in particolare di Polonia e Ungheria a qualsiasi quota obbligatoria di profughi da accogliere sul proprio territorio.
Patto migratorio, l'intervista a Christopher Hein
SEIDISERA 10.04.2024, 18:44
“È tempo di rimediare alla nostra politica migratoria deficitaria”, ha dichiarato prima del voto la commissaria competenze Ylva Johansson, che aveva presentato la proposta nel settembre del 2020, dopo che quella precedente - nata dalla crisi dei rifugiati del 2015-2016 - era stata affossata.
La protesta degli attivisti per i diritti umani
Le tre principali famiglie politiche - destra, la maggioranza dei socialisti e democratici - hanno sostenuto il progetto, contestato invece dalla sinistra radicale, dall’estrema destra e dai Verdi. La protesta di militanti per i diritti umani ha brevemente interrotto i lavori. “È un patto che uccide, votate no”, avevano esortato 161 diverse ONG, gfra cui Human Rights Watch e Amnesty International.