Negli ultimi 15 anni la produzione mondiale di vestiti è raddoppiata, eppure la metà dei capi d’abbigliamento resta invenduta. Solo l’1% dei materiali utilizzati viene poi riciclato nella fattura di nuovi vestiti, mentre il 12% è destinato ad altri prodotti (isolanti o materassi per lo più). Tutto il resto finisce in discarica.
Lo smaltimento è però solo l’ultimo problema causato dall’industria della moda, responsabile per il 20% del consumo mondiale di acqua, e del 10% delle emissioni di anidride carbonica.
La globalizzazione, accelerata dalla penetrazione di internet, ha poi consentito l’esplosione della fast fashion, la moda “usa e getta” che in pochi anni già rappresenta il 20% del mercato internazionale. Produzioni rapide ed economiche, con gravi conseguenze anche sociali, per via dello sfruttamento della manodopera a basso costo. Una moda sempre più frenetica, per alcuni più democratica perché “accessibile economicamente”. Ma che senza dubbio sta alimentando un iper consumismo tra i consumatori, invogliati ad acquistare, al di là dei loro bisogni.