Daniel Ellsberg, l'uomo grazie al quale vennero pubblicati i "Pentagon Papers", è morto oggi, venerdì, a causa di un cancro al pancreas che gli era stato diagnosticato pochi mesi fa. Il noto attivista per la pace aveva 92 anni.
La notizia del decesso è stata diffusa con un comunicato direttamente dai famigliari. Ellsberg, che negli anni Sessanta era analista strategico e militare, nonché collaboratore del Pentagono, finì nel 1971 al centro delle cronache dopo aver consegnato al New York Times (NYT) le copie di ben 7'000 pagine di documenti del Pentagono, altamente riservati, che concernevano l'intervento statunitense in Vietnam. Le carte palesarono che la guerra non poteva essere vinta, contrariamente alle dichiarazioni ufficiali, e che Washington aveva comunque giocato la carta di un'escalation del conflitto.
La pubblicazione dei documenti fu all'origine di un duro confronto fra il quotidiano statunitense e l'amministrazione Nixon, che cercò di bloccarla attraverso un'ingiunzione. La disputa venne risolta dalla Corte Suprema che, in nome della libertà di stampa e dell'interesse pubblico, si pronunciò a favore della testata.
Una fotografia risalente al 1973, quando Ellsberg fu sottoposto a processo per le accuse di cospirazione e spionaggio
Le rivelazioni dei "Pentagon Papers" furono motivo di serio imbarazzo per la Casa Bianca e fecero sensazione in un'opinione pubblica sempre più stanca del conflitto e avversa al coinvolgimento degli Stati Uniti. Ellsberg, che si risolse a trasmettere le controverse carte al NYT dopo aver maturato una decisa opposizione alla guerra, dovette in seguito rispondere delle accuse di cospirazione e spionaggio. Venne anche definito da Henry Kissinger, all'epoca consigliere di Nixon per la sicurezza nazionale, come "l'uomo più pericoloso d'America". Ma il processo a lui intentato si concluse, nel 1973, con la sua assoluzione.
Per questa storica vicenda Ellsberg può a buon diritto essere considerato come pioniere del whistleblowing a livello politico: ossia delle attività che hanno l'obiettivo di rivelare, a beneficio dell'opinione pubblica, condotte illecite e ingannevoli nelle alte sfere della politica e delle istituzioni. Dagli anni Settanta in poi Ellsberg si distinse sempre più per il suo attivismo contro tutti gli interventi militari del suo Paese nel mondo. E nel 2006 venne insignito del Right Livelihood Award, riconoscimento noto anche come il Nobel Alternativo, per "aver messo la pace e la verità in primo piano, a notevole rischio personale, e per aver dedicato la sua vita a ciò, ispirando altri a seguire il suo esempio".