Una commissione d’inchiesta parlamentare in Iraq ha giudicato l’ex primo ministro Nuri al-Maliki e 35 altre persone responsabili della caduta della città di Mossul nelle mani dell’autoproclamato Stato Islamico (IS).
Il gruppo jihadista aveva lanciato un’offensiva lampo nel nord del paese nel giugno del 2014 mettendo in fuga le forze governative. Come comandante dell’esercito, Maliki, uno sciita, avrebbe cercato di centralizzare il grosso delle forze vicino a lui, indebolendole nelle zone di conflitto e avrebbe inoltre nominato dei comandanti scelti per la loro lealtà piuttosto che per le loro competenze.
L'ex premier Nuri al-Maliki sarà giudicato dalla corte marziale
La politica dell’ex premier aveva acceso il malcontento della minoranza sunnita, residente nelle regioni dove l’IS si è stabilito. L’attuale capo del Governo, Haider al-Abadi, ha approvato dunque il rinvio a giudizio davanti alla giustizia militare dei comandanti che avevano ordinato il ritiro delle truppe dalla città.
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