“Mi presento alle elezioni con un solo e semplice slogan: Putin se ne deve andare”: parole di Boris Nadezhdin, oppositore russo che dopo aver raccolto già 200’000 firme a sostegno della sua candidatura si propone come rivale del presidente uscente alle elezioni di metà marzo, quando l’attuale inquilino del Cremlino punta ad ottenere un nuovo mandato di 6 anni. Contrario alla guerra in Ucraina, è favorevole al dialogo con l’Occidente e ha criticato la repressione in atto nei confronti della comunità LGBTQ+.
In coda per firmare a favore di Nadezhdin
Migliaia di persone nei giorni scorsi hanno fatto la fila per firmare, non solo a Mosca e San Pietroburgo, ma pure al sud, come a Krasnodar, e persino nella fredda Yakutsk, con temperature attorno ai -40°C. Non avendo l’appoggio di un partito rappresentato alla Duma, la legge imponeva a Nadezhdin di trovare 100’000 sottoscrizioni, ma non più di 2’500 da ognuna delle regioni del Paese. A titolo di paragone, Vladimir Putin ha raccolto 3 milioni di firme.
Sessantenne accademico in fisica e matematica e legislatore locale, Nadezhdin ha origini e un passato politico molto variegati. È stato deputato dal 1999 al 2003. Nella sua carriera è passato per diverse formazioni di opposizione. Liberale, era stato vicino all’oligarca Mikhail Khodorkovski - imprigionato, graziato e ora in esilio - e poi collaboratore di Boris Nemtsov, assassinato nel 2015. Si è fatto conoscere soprattutto con le sue apparizioni televisive.
Per alcuni osservatori, la sua candidatura è funzionale al disegno del Cremlino e tollerata, perché dà una parvenza di democrazia alla consultazione che si terrà fra due mesi. Nei prossimi giorni si vedrà se Nadezhdin dopo l’inatteso successo fin qui raccolto verrà ammesso alla presidenziali dalla commissione elettorale, che ha già escluso l’ex giornalista e pacifista Ekaterina Dontsova.