Conflitto nel Caucaso

Nagorno-Karabakh, già decine di morti

L’Azerbaigian sordo agli appelli internazionali intende proseguire le operazioni militari lanciate martedì

  • 20 settembre 2023, 07:40
  • 20 settembre 2023, 10:44
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Colpita anche la capitale Stepanakert

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Di: ATS/AFP/pon

Sono almeno 32 - fra cui sette civili - le persone rimaste uccise nella prima giornata di combattimenti in Nagorno-Karabakh, dove l’Azerbaigian ha lanciato martedì quella che ha definito “un’operazione antiterrorismo” in risposta alle “provocazioni” armene, in seguito alla morte di sei azeri saltati su mine posate da “sabotatori”. I feriti sono più di 200, 7’000 abitanti di 16 diverse località sono stati sfollati. Due decessi sono segnalati anche sul fronte azero.

Ruben Vardanyan, ex leader della Repubblica separatista, alla Reuters ha affermato che le vittime sarebbero invece già quasi un centinaio e avanza l’ipotesi di una crisi dei rifugiati se 120’000 persone di etnia armena saranno costrette a lasciare la regione.

Secondo fonti armene, varie città fra cui Stepanakert sono oggetto di intensi bombardamenti, anche su strutture civili. Il sindaco della capitale ha invitato la popolazione a mettersi al riparo e a non fuggire.

Scontri sono segnalati lungo tutta la linea di contatto, ridefinita a vantaggio dell’Azerbaigian dagli accordi siglati tre anni fa con la mediazione russa e che avevano messo fine a sei settimane di conflitto. Forti di equipaggiamento militare fornito dall’alleata Turchia, le truppe azere avevano guadagnato terreno e anche in questo caso i soldati di Baku starebbero avendo la meglio. Affermano di aver conquistato 60 posizioni armene. L’operazione, precisano, è destinata a proseguire nonostante gli appelli a mettere fine allo spargimento di sangue, giunti sia da Francia, Stati Uniti e UE, che dal segretario generale dell’ONU Antonio Guterres e dalla Russia, garante del cessate il fuoco del 2020 e presente nella regione con un contingente di peacekeeper. Nei prossimi giorni potrebbe tenersi una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Baku si dice disposta a fermarsi solo se i separatisti alzeranno bandiera bianca. e deporranno le armi.

Erevan è confrontata non solo alla ripresa del conflitto, ma anche a tensioni interne. L’opposizione accusa il premier Nikol Pashinian di essere responsabile della sconfitta del 2020 e martedì sera scontri hanno opposto manifestanti e polizia fuori dai palazzi del potere nella capitale.

Truppe azere in Nagorno-Karabakh

Telegiornale 19.09.2023, 20:37

Gli antefatti

Il Nagorno-Karabakh, azero per il diritto internazionale, è conteso da decenni fra i due Paesi, dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica. La guerra ha conosciuto un apice nei primi anni ‘90 quando la regione si era dichiarata indipendente e l’Armenia aveva scacciato gli azeri dalla regione montagnosa conquistando anche porzioni di territorio attorno ad essa. Le ostilità causarono circa 30’000 vittime. Il conflitto, mai del tutto sopito, è poi riesploso nel 2020, quando Baku ha lanciato con successo un’offensiva forte dell’equipaggiamento fornito dalla Turchia. Il cessate il fuoco arrivò dopo 44 giorni di combattimenti a cavallo fra settembre e novembre, con un bilancio di 6’500 morti. Ha ridefinito il tracciato della linea di contatto a vantaggio dell’Azerbaigian. Mosca aveva mediato l’accordo di tregua e inviato una forza di mantenimento della pace. Una parte della regione resta sotto controllo separatista. Da allora le controversie sono legate soprattutto all’apertura del corridoio di Lachin, che collega il Nagorno-Karabakh all’Armenia e che permette i rifornimenti. Il suo blocco, negli scorsi mesi, ha portato a carenze di cibo, carburante e medicinali. Insoddisfatta della Russia, ora concentrata sulla guerra in Ucraina, l’Armenia ha cercato ultimamente appoggio a Occidente. Fino a mercoledì sono in corso esercitazioni militari che per una settimana hanno impegnato soldati armeni e statunitensi. L’interessamento di Washington verso un altro alleato tradizionale di Mosca è stato accolto con irritazione dal Cremlino.

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