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Niente tregua, Israele preme su Rafah

L’esercito dello Stato ebraico ha preso il controllo del vicino valico martedì mattina, dopo aver bombardato la zona est della città. Si tratterebbe della prima fase dell’offensiva di terra

  • 7 maggio, 08:03
  • 25 settembre, 12:37
01:33

RG 08.00 del 07.05.2024 - La corrispondenza di Michele Giorgio

RSI Info 07.05.2024, 07:46

  • Keystone
Di: ATS/RSI Info 

Poche ore dopo l’annuncio di Hamas di voler accettare un cessate il fuoco, le forze israeliane sono avanzate verso la città meridionale di Rafah, nella Striscia di Gaza, alimentando i timori di una seria offensiva militare. Martedì notte l’esercito dello Stato ebraico avrebbe sparato sul valico di frontiera di Kerem Shalom, puntando pure verso il lato palestinese del valico di frontiera di Rafah, tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, distante solo pochi chilometri. I militari di Israele hanno poi preso il controllo di quest’ultimo passaggio di confine martedì mattina.

Hamas aveva dichiarato lunedì in serata di essere d’accordo con una proposta negoziale per un cessate il fuoco, ma stando a quanto riportano fonti israeliane, tale proposta non ha soddisfatto le richieste del gabinetto di guerra di Israele, che ha poi deciso di continuare l’operazione militare a Rafah al fine di aumentare la pressione militare su Hamas e imporre i propri obiettivi di guerra.

L’esercito di Israele del resto, durante la notte, ha compiuto attacchi che hanno ucciso almeno otto persone a Rafah, stando a quanto rende noto un ospedale locale. E testimoni e fonti della sicurezza palestinese hanno riferito di attacchi aerei nella tarda serata di lunedì e nelle prime ore di martedì su Rafah, nonché di un intenso fuoco di artiglieria in tutta la Striscia di Gaza nella notte.

Un portavoce delle forze di difesa israeliane (IDF) ha precisato che, per quanto concerne Rafah, gli obiettivi erano strutture di Hamas situate nella zona orientale della città. Il portale di notizie Axios ha invece riferito, citando funzionari del governo israeliano, che il dispiegamento di carri armati e unità di terra a est della città meridionale è da intendersi come la prima fase dell’offensiva e che la presa del valico di frontiera di Rafah non ha avuto solo lo scopo di dimostrare la perdita di potere di Hamas nella Striscia di Gaza.

In precedenza il ministro della Difesa israeliano Yoav Galant aveva parlato di un’invasione in più fasi che potrebbe essere fermata se Hamas accettasse una soluzione negoziale ragionevole per lo scambio di ostaggi. Il governo statunitense ha annunciato, dal canto suo, di non credere che la grande offensiva annunciata da tempo dall’esercito israeliano su Rafah sia già iniziata.

Sempre oggi, martedi, al Cairo, si terrà un’altra riunione di negoziatori per facilitare il cessate il fuoco, il rilascio di ostaggi e prigionieri e la consegna senza ostacoli di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza, come ha annunciato lunedì in serata il Qatar. Qatar, Egitto e Stati Uniti agiscono come mediatori tra Hamas e Israele, che per principio non conducono negoziati diretti tra loro.

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