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"Non mi faccio intimidire"

Nonostante le minacce di Parigi, Rachid Nekkaz continuerà a pagare le multe alle donne che indossano il niqab

  • 7 settembre 2016, 18:08
  • 4 settembre 2023, 21:05
A Locarno con Nora Illi

A Locarno con Nora Illi

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Il ministro francese Bernard Cazeneuve non ha dubbi: bisogna punire chi si offre pubblicamente di pagare le multe inflitte a chi viola le leggi sulla laicità. Leggasi: bisogna trovare un modo di impedire il pagamento delle sanzioni da parte di Rachid Nekkaz, che più volte ha dichiarato che salderà lui stesso le multe a chi infrange le varie “leggi anti-burqa” (e ora pure “anti-burkini). Tornato sotto i riflettori, l’imprenditore di origine algerina è legato a doppio filo al Ticino, dove la legge contro la dissimulazione del viso impedisce alle donne musulmane di indossare in pubblico il velo integrale.

“Nora Illi – la donna multata a Locarno per aver indossato un niqab – non è ancora a conoscenza dell’importo della multa che le è stata inflitta. Io ne ho ricevuta una da 230 franchi per istigazione e l’ho già pagata”, ci spiega direttamente da Parigi lo stesso Nekkaz.

"Ricorrerò alla Corte europea dei diritti umani"

La sanzione nei confronti della donna non è ancora stata stabilita ma la legge prevede un massimo di 10'000 franchi: “Non vedo l’ora di pagare una multa del genere – aggiunge alla RSI Rachid Nekkaz – così potrò ricorrere ai tribunali e appellarmi alla Corte europea dei diritti umani, se necessario: sono sicuro al 99% di vincere”.

Se dovesse mai essere inflitta una multa da 10'000 franchi, continua, “il Ticino verrà sanzionato perché la multa sarà giudicata sproporzionata rispetto al delitto commesso, ovvero indossare un pezzo di stoffa in un luogo pubblico”.

Difesa delle libertà individuali

Anche dopo le affermazioni del ministro degli interni transalpino, il messaggio di Nekkaz rimane lo stesso: “Sono pronto anche a pagare multe da 100 milioni e ad andare in carcere”, questo poiché “è un onore finire dietro le sbarre in difesa delle libertà individuali”.

Parole che arrivano da un persone comunque controversa e che da più parti, anche in Ticino, è stata accusata di provocazione: secondo Giorgio Ghiringhelli, promotore della “legge anti-burqa” approvata dal popolo nel 2013, il fatto di dichiarare pubblicamente di essere disposti a pagare queste multe rappresenta un’incitazione a commettere reato.

CSI-LR/Red.MM


02:03

CSI 18.00 del 07/09/2016: il servizio di Romina Lara

RSI Info 07.09.2016, 20:11

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