da Malta, Alessandra Spataro
"Qui non siamo razzisti, ma deve capire che Malta è una piccola isola, ...quasi non c'è posto per noi".
Giuseppe ha un negozietto di orologi poco lontano dalla Concattedrale di San Giovanni alla Valletta. E' nato e cresciuto sull'isola. Come tutti quelli della sua generazione, ha una sessantina di anni, parla perfettamente l'italiano, a differenza dei giovani che sono cresciuti con i programmi televisivi dei canali inglesi e americani.
''Non siamo razzisti''
RSI Info 30.03.2015, 00:19
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La lingua ufficiale su quest'isola di 316 km2 e in cui vivono più di 420'000 persone*, è il maltese, che dal punto di vista puramente linguistico è un dialetto arabo, imparentato con quelli parlati nel Maghreb. Ascoltandolo si possono notare diversi termini che provengono dall'italiano, e più precisamente dal siciliano. Giuseppe ci dice che nonostante questo legame linguistico con le popolazioni della sponda Sud del Mediterraneo, c'è poco da condividere con loro a livello culturale, soprattutto per quanto riguarda la religione. Malta è un feudo cattolico (sull'isola ci sono 365 chiese), ci fa notare, “non ha niente a che vedere con i musulmani”.
Giuseppe: "Non possiamo vivere insieme"
RSI Info 30.03.2015, 00:19
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Il tema dell'immigrazione fra la popolazione maltese viene vissuto con molta difficoltà. A microfoni spenti, in diversi ci hanno esplicitamente parlato di xenofobia e della difficoltà di gestire i flussi migratori. (leggi l'articolo
La sfida di Malta). Un 30enne ci spiega che fino a 15 anni fa, sull'isola era difficile incontrare persone di colore. Alla luce di queste considerazioni, assume un altro significato organizzare un convegno sul Mediterraneo e su come i media trattano il tema dell'immigrazione a Malta.
Il ruolo dei media Durante la
Conferenza Permanente dell'Audiovisivo Mediterraneo (COPEAM), si è parlato molto di come far passare il concetto di integrazione e di come riportare in maniera corretta le notizie riguardanti questi fenomeni. Tra i diversi interventi, vi è stato quello di
Paola Barretta dell'Osservatorio di Pavia che ha condotto uno studio sulle cinque maggiori televisioni europee (Italia, Francia, Spagna, Germania, Gran Bretagna). E' emerso che, “si parla poco di immigrazione” e che molti “giornalisti confondono spesso la terminologia, parlando in maniera confusa di immigrati, clandestini e rifugiati” (gaurda l'intervista).
In cosa consiste lo studio?
RSI Info 30.03.2015, 00:37
Come viene affrontato il tema?
RSI Info 30.03.2015, 00:36
Una confusione che non aiuta a affrontare con chiarezza la questione dei movimenti migratori nel Mediterraneo e la stessa convivenza fra popolazioni e culture. Ancora una volta, per capire la ricchezza di questa estesa area ci viene in aiuto,
Predrag Matvejevic che nel suo Breviario del Mediterraneo scrive: “Anche i fari sono simili ai templi nel Mediterraneo, e non si può lasciarli solo ai servizi costieri o a quelli nella navigazione (...). E' bene prendere altresì in considerazione la maniere in cui il mare li circonda, (...) in quali rapporti si trovano con i porti vicini (...) a chi fanno luce e su quali percorsi”.
*Ticino: 2'812 km2 per circa 346'000 abitanti