Il tribunale di Palermo ha assolto venerdì in serata il leader della Lega Matteo Salvini dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio al processo per la vicenda della nave della ONG spagnola Open Arms. Alle 19:40 nell’aula bunker del carcere Pigliarelli di Palermo è stata pronunciata la sentenza. Dopo otto ore di camera di consiglio, per il collegio del tribunale presieduto da Roberto Murgia la conclusione: “Il fatto non sussiste”.
Il vicepremier era imputato per avere impedito – secondo l’accusa - a 147 migranti di sbarcare, cinque anni fa, dalla nave della ONG spagnola costringendoli a rimanere a bordo per 19 giorni. Per Salvini la Procura aveva chiesto la condanna a 6 anni di carcere.
La lettura del dispositivo è stata accolta dall’applauso dei politici e dei simpatizzanti venuti a esprimere solidarietà al ministro che ha, a lungo, abbracciato la fidanzata Francesca Verdini.
Open Arms: un processo durato tre anni
La vicenda che ha portato il politico leghista a processo inizia il agosto 2019, con il soccorso di 124 migranti in acque libiche, da parte della ONG spagnola Open Arms. Dopo il salvataggio, l’equipaggio dell’imbarcazione chiede l’assegnazione di un porto sicuro all’Italia e a Malta: è la prima di una serie di istanze in tal senso, ma, come risposta, riceve il divieto di ingresso in acque italiane dall’allora ministro dell’Interno Salvini che si muove in accordo con i colleghi 5Stelle della Difesa e dei Trasporti.
Inizia il braccio di ferro con Open Arms. Due profughi e un loro familiare, nel frattempo, vengono sbarcati per motivi di salute. Sulla nave restano in 121. Il 9 agosto gli avvocati della ONG fanno ricorso al tribunale dei minori chiedendo lo sbarco dei migranti non ancora maggiorenni e presentano la prima denuncia. Poche ore dopo soccorrono un altro gruppo di persone su un legno in avaria: stavolta sono in 39.
Il 12 agosto il tribunale di Palermo ordina lo sbarco dei minori. La nave intanto naviga verso Lampedusa e continua a chiedere a Malta e all’Italia l’assegnazione del porto sicuro. Contro il reiterato “no” del Viminale la ONG ricorre al Tar del Lazio. Il presidente del collegio alla vigilia di Ferragosto sospende il divieto di ingresso.
Dopo due giorni, la Open Arms presenta un esposto alla Procura di Agrigento sostenendo che, a dispetto della decisione del giudice amministrativo, Salvini continua a negare l’ingresso nelle acque italiane. Nel frattempo la situazione a bordo è ingestibile: i migranti, in condizioni igienico-sanitarie precarie da ben 18 giorni, sono allo stremo. Alcuni, vedendo le coste italiane tentano di raggiungere Lampedusa a nuoto gettandosi in mare.
Il 20 agosto, quando la tensione è ormai altissima, l’allora procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio sale sulla nave per accertare le condizioni fisiche e psichiche dei migranti. È lui a parlare “di situazione esplosiva” e sequestrare l’imbarcazione superando lo stallo. A bordo, degli iniziali 164 soccorsi in acque Sar libiche, dopo i trasferimenti per motivi medici, sono rimasti in 88.
La Procura di Agrigento avvia accertamenti. L’esito delle indagini e l’individuazione della responsabilità nel ministro Salvini impongono l’iscrizione nel registro degli indagati il leader leghista per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio in concorso con il suo capo di Gabinetto Matteo Piantedosi. Per competenza le carte vengono trasmesse ai pm di Palermo - il capoluogo è sede del tribunale dei ministri - che poi formula l’imputazione per Salvini mentre archivia per Piantedosi. L’1 febbraio del 2020 il collegio manda gli atti al Senato per l’autorizzazione a procedere. Palazzo Madama, a differenza di quel che accadde per il caso gemello della nave della Marina Diciotti, a cui pure fu impedito lo sbarco, stavolta dice sì. Il 17 aprile 2021 il gup Lorenzo Jannelli dispone il rinvio a giudizio. Il 15 settembre 2021 comincia il processo. Un dibattimento, andato avanti per oltre tre anni e 24 udienze, durante le quali hanno testimoniato, tra gli altri, l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Italia: sentenza Salvini
Telegiornale 20.12.2024, 12:30