C’è la situazione a Gaza al centro del vertice della Lega Araba che si è aperto oggi (giovedì) in Bahrein e a cui prendono parte i principali leader dei Paesi arabi.
E in queste ore è trapelata una bozza della dichiarazione finale dell’incontro: il testo, ottenuto dal portale egiziano Ahram online, conterrebbe un appello da parte degli Stati arabi a “dispiegare forze di protezione internazionale e di mantenimento della pace sotto il controllo delle Nazioni Unite nei territori palestinesi occupati fino al raggiungimento della soluzione dei due Stati”. Il vertice intenderebbe anche chiedere “il ritiro delle forze di occupazione israeliane da tutte le aree della Striscia di Gaza, la revoca dell’assedio imposto su di essa e la riapertura di tutti i valichi per consentire l’ingresso degli aiuti umanitari”.
Altri soldati a Rafah
Nel frattempo, sul terreno le forze di difesa israeliane si preparano a un allargamento dell’offensiva militare a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Durante la scorsa notte, secondo i media locali, nell’area è stata schierata una brigata di commando, che si è aggiunta alla 162esima divisione che dall’inizio di questo mese è operativa nella parte est della città. La mossa avverrebbe in concomitanza con una nuova riunione del gabinetto di guerra e di quello di sicurezza, che potrebbero approvare l’ampliamento dell’offensiva.
L’esercito ha inoltre reso noto che cinque soldati israeliani sono morti colpiti da “fuoco amico” a Jabalya, nel nord della Striscia, aggiungendo che nello stesso incidente altri sette militari sono rimasti feriti. Secondo una prima indagine, un carro armato avrebbe sparato due proiettili contro un edificio in cui si trovavano i soldati.
Cinque soldati israeliani uccisi dal "fuoco amico"
Telegiornale 16.05.2024, 12:30
Aiuti umanitari in arrivo via mare
Sul fronte umanitario, la Mezzaluna Rossa egiziana denuncia che per il decimo giorno consecutivo Israele continua a chiudere i valichi di Rafah, Kerem Shalom e Al Awja, impedendo il rifornimento di aiuti alla Striscia di Gaza. In territorio egiziano 3’500 camion carichi sarebbero pronti per la consegna.
Aiuti umanitari dovrebbero presto arrivare via mare: l’esercito statunitense ha infatti terminato l’installazione di un molo galleggiante. La struttura è stata ancorata alle 7.40 locali, fa sapere il Comando centrale degli Stati Uniti, sottolineando che nessuna delle sue forze è entrata nella Striscia di Gaza.
Il molo galleggiante allestito dall'esercito statunitense
“I camion che trasportano assistenza umanitaria dovrebbero iniziare a sbarcare nei prossimi giorni” si legge nella nota. “Le Nazioni Unite riceveranno gli aiuti e ne coordineranno la distribuzione a Gaza”.
Occhi puntati anche sull’Aia
Gli occhi sono puntati, oggi, anche sull’Aia, dove in seno alla Corte internazionale di giustizia inizia una due giorni di udienze sulla richiesta del Sudafrica di assicurarsi che Israele interrompa le sue operazioni militari a Rafah, dove oltre metà della popolazione di Gaza ha cercato rifugio.
Il Sudafrica ha chiesto alla Corte di ordinare a Israele di ritirarsi da Rafah, di adottare misure per garantire l’accesso senza ostacoli alla Striscia di Gaza per i funzionari delle Nazioni Unite, le organizzazioni umanitarie e i giornalisti, e di riferire entro una settimana su come stia soddisfacendo queste richieste.
Israele: parla l'ex premier Olmert
Telegiornale 15.05.2024, 20:00
Israele, nuovi attacchi su Gaza
Telegiornale 10.05.2024, 12:30