I re Magi portano in processione i loro doni e il corteo della befana fa divertire i bambini. Se il clima dell'Epifania investe anche San Pietro e dintorni, all'interno delle mura vaticane sono forti le tensioni per gli sfoghi del segretario di Ratzinger, monsignor Georg Gaenswein.
L'arcivescovo tedesco non ha fatto tanti giri di parole nel criticare Papa Francesco nella sua biografia "Nient'altro che la verità". E oggi il Pontefice, all'interno dell'omelia della messa, sembra avere inserito risposte che non possono non fare pensare ai fatti delle ultime ore. "Adoriamo Dio e non il nostro io; adoriamo Dio e non i falsi idoli che ci seducono col fascino del prestigio e del potere, con il fascino delle false notizie", ha detto il Papa.
Poi parlando della fede ha detto che significa anche affrontare "sofferenze che scavano nella carne". "In questi momenti si levano dal nostro cuore quelle domande insopprimibili, che ci aprono alla ricerca di Dio" e tra queste: "dov'è quell'amore che non passa, che non tramonta, che non si spezza neanche dinanzi alle fragilità, ai fallimenti e ai tradimenti?". All'Angelus ribadisce: "il Signore s'incontra così: nell'umiltà e nel silenzio".
E oggi, di fronte ad un mondo che si chiede se Francesco possa replicare la scelta fatta da Benedetto e fare un passo indietro, Bergoglio manda invece un segnale chiaro riformando la diocesi di Roma. Che poi è la "sua" diocesi e quella più vicina al Vaticano e che per Francesco deve essere più "missionaria" e più legata a lui. Mette dunque nero su bianco che il cardinale vicario, oggi Angelo De Donatis, "non intraprenderà iniziative importanti o eccedenti l'ordinaria amministrazione senza aver prima a me riferito". Una stretta dunque nel governo della Chiesa, a partire da Roma, che potrebbe dare l'idea del nuovo corso che Francesco intende intraprendere.
È un testo normativo nel quale Bergoglio non rinuncia però a fare dei rilievi contro chi esce dal seminato: "la Chiesa perde la sua credibilità quando viene riempita da ciò che non è essenziale alla sua missione o, peggio, quando i suoi membri, talvolta anche coloro che sono investiti di autorità ministeriale, sono motivo di scandalo con i loro comportamenti infedeli al Vangelo".
Per Roma vede un futuro in cui le decisioni più importanti siano sotto il suo stretto controllo. In controluce si legge anche una gestione non ottimale, da parte del Vicariato, del caso del gesuita Marko Rupnik, accusato di abusi da diverse suore.
È invece sempre nell'omelia della messa per l'Epifania, celebrata nella basilica vaticana, che ribadisce come non ci sia spazio per quella parte dei cattolici che guardano più alla forma che alla sostanza e che non si mettono in discussione: "La fede non cresce se rimane statica; non possiamo rinchiuderla in qualche devozione personale o confinarla nelle mura delle chiese, ma occorre portarla fuori, viverla in costante cammino verso Dio e verso i fratelli". Suona anche questa come una risposta indiretta ad un'altra delle accuse di mons. Gaenswein, quella di avere "spezzato il cuore" a Benedetto XVI quando decise di limitare il ricorso alla messa in latino.
Il funerale di Benedetto XVI
Telegiornale 05.01.2023, 21:00