La giustizia russa ha condannato lunedì lo statunitense Paul Whelan a 16 anni di carcere per spionaggio, una sentenza "politica" secondo l'interessato e per Washington, che potrebbe spianare la strada a uno "scambio di prigionieri".
Il giudice del tribunale di Mosca ha stabilito che l'imputato, che ha anche il passaporto britannico, canadese e irlandese, dovrà scontare la sua pena "in un campo con un regime severo". L'avvocato della difesa Vladimir Sherebenkov ha preannunciato un ricorso. A suo avviso non vi erano prove dell'attività spionistica del 50enne ex membro del corpo dei marines, che non sarebbe "un James Bond in missione" come sostenuto dall'accusa ma un "Mister Bean in vacanza".
Whelan era stato fermato nel dicembre del 2018 dall'FSB - i servizi di sicurezza russi - in possesso di una chiavetta USB che per la procura non conteneva foto di un precedente soggiorno ma informazioni segrete.
Dopo la condanna Whelan ha invocato l'intercessione del presidente Donald Trump e delle autorità degli altri paesi di cui è cittadino. L'ambasciatore statunitense John Sullivan si è detto indignato e ha promesso di consultare il segretario di Stato Mike Pompeo. È stata evocata, dalla difesa, la possibilità di uno scambio di prigionieri con due russi detenuti negli Stati Uniti: il noto mercante d'armi Viktor Bout e il pilota Konstantin Yaroshenko, in carcere per traffico di droga. Nel 2019 l'ambasciata americana a Mosca l'aveva scartata.