Pioggia di razzi, oltre sessanta, sabato mattina nel nord di Israele. Gli Hezbollah libanesi hanno rivendicato l’azione contro una postazione militare, presentando l’attacco come la prima risposta all’eliminazione del numero due di Hamas nella sua roccaforte vicino a Beirut.
Il movimento filo-iraniano, in un comunicato, inserisce l’offensiva “nel quadro della risposta iniziale all’assassinio del grande leader Saleh al Arouri,(...)“, spiegando che “la resistenza islamica (Hezbollah, ndr) ha preso di mira la base (militare, ndr) di Meron con 62 missili di diverso tipo”.
Saleh al Arouri e altri sei funzionari e quadri di Hamas sono stati uccisi martedì sera in un attacco attribuito a Israele contro un ufficio del movimento islamista palestinese nella periferia meridionale di Beirut, una roccaforte degli Hezbollah.
Hamas, Hezbollah e il governo libanese hanno accusato Israele. Un funzionario della difesa americana ha dichiarato mercoledì che si è trattato effettivamente di un “attacco israeliano”.
Da parte sua, l‘esercito israeliano ha riferito sabato mattina che una quarantina di razzi sono stati lanciati contro la regione di Meron dal vicino Libano, aggiungendo di aver colpito una cellula responsabile di alcuni lanci. Le sirene di allarme hanno suonato nelle città del nord di Israele.
Boom di colonie non autorizzate in Cisgiordania
Sempre dal Medio Oriente, giunge la notizia che i coloni ebrei hanno silenziosamente aumentato gli insediamenti non autorizzati nella Cisgiordania occupata. Lo scrive il movimento pacifista israeliano Peace Now, recensendo il numero record di 9 avamposti non autorizzati sorti dall’inizio della guerra, il 7 ottobre.
Circa 3 milioni di palestinesi vivono nella Cisgiordania occupata, un territorio popolato anche da 490’000 israeliani che si sono stabiliti in insediamenti considerati illegali dal diritto internazionale, ma riconosciuti da Israele.
Quale futuro per Gaza?
Telegiornale 05.01.2024, 20:00