Nelle elezioni parlamentari di domenica in Kosovo, stando ai primi dati ufficiali diffusi nella serata di domenica dalla commissione elettorale, e relativi a soli 137 seggi scrutinati sul totale di 2’533, confermano il successo del partito ‘Vetevendosje’ (Autodeterminazione) del premier Albin Kurti, che si attesta al 37,1% dei consensi, un risultato molto al di sotto del 50,2% conquistato nelle precedenti legislative del 2021.
A seguire, sempre per la commissione elettorale, i principali partiti di opposizione, in larga parte su posizioni di destra o centrodestra - Partito democratico del Kosovo (Pdk) al 25%, Lega democratica del Kosovo (Ldk) con il 17%, la coalizione fra Alleanza per il futuro del Kosovo (Aak)- Iniziativa socialdemocratica (Nisma-Lista conservatrice del Kosovo (Lkk) data all’8,8%. Srpska Lista (SL), il maggior partito della comunità serba in Kosovo, avrebbe ottenuto poco meno del 5%.
Bassa l’affluenza, appena al 40%, in calo rispetto al 48,8% di quattro anni fa. Per formare una maggioranza di governo nel parlamento di 120 seggi, servono almeno 61 voti, che il partito del premier - se verranno confermate le percentuali diffuse finora - difficilmente potrebbe raggiungere.
Le proiezioni parziali parlano di 47 seggi a ‘Vetevendosje’, 23 al Pdk, una ventina a Ldk, sei o sette alla coalizione Aak-Nisma-Lkk.
Se la tendenza verrà confermata, Kurti si avvia dunque a vincere le elezioni parlamentari di oggi, ma con un risultato molto al di sotto delle sue aspettative. Sia gli exit poll diffusi da varie emittenti televisive private, sia i primi dati ufficiali della commissione elettorale, seppur ancora molto parziali, assegnano al partito del premier percentuali che non raggiungono il 40%. A uscire per prima con un exit poll alla chiusura dei seggi alle 19.00 (stessa ora svizzera) era stata l’agenzia Pipos, che assegnava al VV poco più del 38%, per la tv Koha ‘Vetevendosje’ era a circa il 42%, mentre la commissione elettorale, dopo lo spoglio di 137 seggi, dava appunto vincente il partito di Kurti con il 37,1%.
Kurti ha governato finora praticamente con un esecutivo monocolore in alleanza con piccole formazioni di varie minoranze etniche (egiziani, bosniaci, rom). Ma se dovesse restare intorno al 40%, o peggio al di sotto di tale soglia, avrebbe serie difficoltà e avrebbe bisogno di allearsi con altre forze. Dall’opposizione tuttavia non sembrano esserci segnali favorevoli in questo senso, e l’orientamento sembra essere quello di formare una coalizione alternativa per scalzare ‘Vetevendosje’ dal potere.
A confermarlo è stato in serata Ramush Haradinaj, leader di Aak ed ex premier, che ha commentato i primi risultati parziali parlando di ‘vittoria dell’opposizione’, ed escludendo una collaborazione con il partito di Kurti. “Siamo contenti della possibilità di formare un governo alternativo in collaborazione con le altre forze di opposizione”, ha detto Haradinaj.
Una vittoria amara pertanto per il premier Kurti, che potrebbe aver pagato per una campagna elettorale condotta con toni duri e anche violenti, ma anche per la sua politica eccessivamente assertiva e muscolare, con iniziative unilaterali a scapito dei serbi locali che hanno danneggiato i rapporti con USA e Ue, i principali alleati occidentali di Pristina, sempre più insofferenti per il mancato coordinamento da parte del governo di Pristina.