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Quarant’anni dopo la strage di Bologna

Uno dei più grandi atti terroristici della storia italiana viene ricordato anche in Ticino

  • 2 agosto 2020, 12:16
  • Ieri, 18:50
03:09

La bomba alla stazione di Bologna

RSI Info 02.08.2020, 12:12

Di: Gis 

Il Governo italiano e il suo popolo, nel giorno del quarantesimo anniversario della strage di Bologna, vogliono tenere viva la memoria dei fatti ma soprattutto degli affetti, per non dimenticare i 200 feriti e le 85 persone che, quel 2 agosto del 1980, videro le loro vite spezzate.

Nel Paese sono molte le testimonianze e le iniziative dedicate all'attentanto. La "Lost&found 1980-2020. Memorie private e collettive 40 anni dopo" è un percorso di arte pubblica sull’attentato del 2 agosto che attraversa strade e piazze con le opere di giovani artisti, tutti nati dopo il 1980, e che punta a realizzare un murale in ogni provincia dell’Emilia-Romagna per "parlare alle nuove generazioni". Vengono infatti inaugurati tre murales a Bologna, Parma e Reggio Emilia rispettivamente degli artisti Collettivo FX, Alessandro Canu e PsikoPlanet.

Anche il mondo della musica emiliano si esibirà sabato in una maratona in diretta per non dimenticare. Tra i vari artisti spicca il rocker Luciano Ligabue e la cantante Cristina d’Avena.

Ma cosa successe quel sabato di quarant'anni fa? Il 2 agosto 1980, alle 10:25, nella stazione di Bologna esplose una valigia piena di tritolo nella sala d’aspetto della seconda classe. La potenza della bomba fece crollare l’ala ovest dell’edificio e investì il treno Adria Express 13534 Ancona-Basilea sul primo binario. Quel sabato d’agosto si consumò il più grande atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra.

La ricerca della verità è ancora in atto. I tre esecutori materiali: Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, ex militanti dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar), sono stati condannati in via definitiva.

Dopo quarant’anni dalla strage la procura generale di Bologna ha rivelato che i mandanti furono quattro massoni: Licio Gelli e il suo braccio destro Umberto Ortolani, l’alto dirigente del Viminale Federico Umberto D’Amato e il giornalista ed ex senatore MSI Mario Tedeschi. Tutti morti. I quattro facevano parte della loggia massonica P2, che venne poi dichiarata dalla Commissione parlamentare una vera e propria organizzazione criminale.

Una catastrofe che dopo quarant’anni si ricorda anche in Ticino. Il cantante Martin Avena, in arte Martix, era solo un bambino quando il 2 agosto del 1980 vide quelle immagini in televisione. Delle immagini che si ricorda ancora oggi: "È stata la mia scoperta infantile di un mondo imperfetto e violento", ci racconta. Il suo nuovo singolo autobiografico "Le rose" ricorda proprio quel momento, come suggerisce il testo della canzone: "Il sole che splendeva anche a Bologna, il 2 d’agosto, nell’aria voglia di vacanze, l’orologio al muro segnava le 10:25. Poi un boato spense quel sole, lasciando un gelo ancora paziente, se penso a quella gente mi chiedo: «ma dove sei stato?»".

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Notiziario 10.00 del 02.08.2020 Bologna 40 anni dopo

RSI Info 02.08.2020, 12:07

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