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Ustica, un mistero lungo 40 anni

Il 27 giugno del 1980, il disastro del DC-9 Itavia costato la vita a 81 persone. Una strage ancora senza colpevoli

  • 27 giugno 2020, 22:14
  • 22 novembre, 19:04
I rottami dell'aereo, recuperati nelle profondità del Tirreno fra il 1987 e il 1991, sono ora collocati in un museo della memoria che ha sede a Bologna

I rottami dell'aereo, recuperati nelle profondità del Tirreno fra il 1987 e il 1991, sono ora collocati in un museo della memoria che ha sede a Bologna

  • archivio keystone

Una strage ancora impunita e che resta "impressa nella memoria della Repubblica con caratteri che non si potranno cancellare". Così il presidente italiano Sergio Mattarella in occasione del 40esimo anniversario del disastro aereo di Ustica, costato la vita a 81 persone, fra passeggeri ed equipaggio, a bordo di un DC-9 della compagnia Itavia in volo da Bologna a Palermo

A esprimersi sul doloroso anniversario, attraverso un messaggio pubblicato sui social, anche il premier Giuseppe Conte. "È una delle ferite più profonde nella storia del nostro Paese. L'impegno del Governo e delle istituzioni nella ricerca della verità non deve conoscere soste. La memoria da sola non basta: le vittime e i loro familiari meritano giustizia", ha affermato il capo dell'Esecutivo, sottolineando che "non devono esserci più veli a coprire le pagine più tragiche della nostra storia nazionale".

02:50

40 anni fa la strage di Ustica

Telegiornale 27.06.2020, 22:00

Fra depistaggi, informazioni omesse e altre circostanze misteriose, ciò che veramente accadde in quella sera del 27 giugno 1980 non è finora mai venuto alla luce. Solo un dato è inequivocabile: di certo non si trattò di un cedimento strutturale del velivolo. Più esperti, ancora oggi, suffragano invece la tesi del DC-9 precipitato in mare dopo essere stato coinvolto in uno scenario di guerra aperta nei cieli del Tirreno. La tragedia si sarebbe verificata dopo che un caccia libico, nel mirino di jet statunitensi o francesi, si sarebbe accodato all'aereo civile per nascondere ai radar la sua traettoria. Due quindi le conclusioni predominanti: l'abbattimento del DC-9 per errore con un missile, o la collisione con uno degli altri velivoli militari presenti in zona.

Quarant'anni dopo restano diffusi e intatti i sospetti su una verità occultata per ragion di Stato o per il timore di gravi ripercussioni internazionali nel clima della guerra fredda allora dominante. E le famiglie delle vittime continuano a invocare verità e giustizia su una catastrofe ben ancorata nella memoria collettiva della popolazione.

Red.MM/ARi

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