Dando seguito ad una apertura al dialogo proveniente da Devlet Bahçeli, leader del partito turco di estrema destra MHP, facente parte della coalizione di governo che sostiene il presidente Erdoğan, il fondatore del PKK (movimento politico e paramilitare curdo considerato terrorista), Abdullah Öcalan, ha chiamato un congresso straordinario per porre termine alla lotta armata e sciogliere l’organizzazione.
Le celebrazioni del Nowruz, tenutesi il 21 marzo 2025, per festeggiare il nuovo anno presso i popoli curdi, sono state un’occasione per enfatizzare l’importanza del processo di pace in corso e auspicare la fine del conflitto durato più di quarant’anni tra il PKK e lo Stato turco.
In particolare a Diyarbakır, capitale de facto dei curdi di Turchia, il partito DEM di sinistra ed ecologista, espressione politica del movimento curdo, presente in parlamento con 57 deputati, si è fatto promotore e portavoce della volontà dei curdi di porre fine alla guerra. Come ci ha raccontato la deputata Ceylan Akça Cupolo, le energie necessarie alla Turchia per far fronte a tutte le crisi regionali in cui, direttamente o indirettamente, è coinvolta giocano a favore di questa pace: “I pianeti sono tutti allineati;” - ci ha detto la parlamentare - “è il momento giusto per fare la mossa giusta; visti i recenti sviluppi nella regione, con la caduta del regime di Assad in Siria, la guerra di Gaza, l’Iran e il suo accerchiamento da parte di Israele, occorre risolvere il conflitto turco-curdo; la congiuntura internazionale è dalla parte di questa soluzione “.
Le celebrazioni del Nowruz a Diyarbakır
Fotografie di Italo Rondinella
Il partito non ha dubbi sulla strada da intraprendere ma tra la popolazione curda serpeggia un certo scetticismo. La preoccupazione maggiore, soprattutto tra le donne e gli uomini delle generazioni più giovani, è quella relativa al raggiungimento di alcuni risultati ritenuti imprescindibili: il rilascio dei detenuti politici, primo fra tutti Selahattin Demirtaş, deputato e presidente del gruppo parlamentare del Partito Democratico dei Popoli (oggi partito DEM) in carcere dal 2016; ma anche il riconoscimento dei diritti linguistici e culturali.
Il timore di alcuni è che l’interesse del governo e di Erdoğan non sia sinceramente indirizzato alla pace ma piuttosto ad ottenere l’appoggio dei curdi per cambiare la Costituzione e potersi ricandidare alla elezioni presidenziali del 2028, garantendo il consolidamento del proprio potere per ancora molti anni a venire.
Questo sospetto trova anche conferma nella tempesta giudiziaria che recentemente si è scatenata contro l’altro grande partito di opposizione, il CHP, e in particolare contro Ekrem İmamoğlu, sindaco di Istanbul, tratto in arresto, e principale rivale di Erdoğan nella prossima cruciale tornata elettorale.
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