Razzismo in sala parto

Ogni anno negli Stati Uniti circa 900 donne muoiono di parto, spesso per negligenza dei medici o per mancanza di accesso a cure sanitarie adeguate, incluse le cure prenatali e post-parto. Con 20,7 decessi ogni 100'000 nascite, il tasso statunitense è quattro volte più alto della media dei paesi industrializzati, Svizzera inclusa (5 morti ogni 100'000 nascite). Addirittura, alcuni Stati del sud come la Georgia o l'Alabama hanno tassi di mortalità analoghi a quelli della Striscia di Gaza o del Turkmenistan.

Un’emergenza sanitaria di cui non parla quasi nessuno e che riflette la complessità di un sistema sanitario incentrato sul profitto e tuttora permeato da una strisciante discriminazioni razziale, come dimostra un dato inequivocabile: le donne afroamericane - anche quelle che appartengono alle classi più benestanti - hanno una probabilità di perdere la vita tre volte più alta delle partorienti bianche e ispaniche.

Uno squilibrio che gli studi scientifici più recenti attribuiscono - oltre a fattori di rischio come ipertensione o obesità - allo stress provocato nelle donne di colore dal razzismo che permea la società americana.

E tutto questo in un paese, l’America, che per la sanità spende più di ogni altro paese occidentale, 3'500 miliardi di dollari all’anno. Ma dove decine di milioni di persone non hanno una copertura sanitaria oppure vivono in aree remote in cui l’accesso a cure sanitarie di qualità è precluso.

• Negli USA il tasso di mortalità materna è di 20,7 decessi ogni 100'000 nascite, quattro volte il tasso registrato in Svizzera.

• Negli ultimi 30 anni il tasso di mortalità negli USA è aumentato in modo costante, in controtendenza rispetto al resto del mondo.

• La donne afroamericane hanno una probabilità di morire di parto 3 volte più alta delle partorienti bianche o ispaniche, 44 decessi ogni 100'000 nascite.