Ha “urlato” di dolore, a tal punto che pensava di “morire”. Lo scrittore Salman Rushdie ha descritto così la brutalità dell’accoltellamento da lui subito nel 2022. Parole pronunciate martedì al processo che si è aperto a Mayville, un piccolo villaggio un’ora a sud di Buffalo (nello stato di New York). Alla sbarra Hari Matar, un 27enne radicalizzato del New Jersey che si è dichiarato non colpevole dei reati di tentato omicidio e assalto. Ferito al collo e all’addome, Rushdie ha perso la vista da un occhio.
L’agguato contro Salman Rushdie sul palco di un festival letterario nello Stato di New York fu “così repentino” che lo scrittore non riuscì a capacitarsi di ciò che stava accadendo e rimase seduto mentre il suo assalitore “infieriva su di lui a coltellate”. Lo ha detto il procuratore federale Jason Schmidt nelle prime battute del processo.
Da parte sua l’imputato, entrando in aula, ha urlato “Palestina Libera”. Se giudicato colpevole di entrambi i capi di imputazione rischia fino a 32 anni di prigione.
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L'intervista a Salman Rushdie, scampato a un attentato
SEIDISERA 20.10.2023, 18:18
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