Mondo

Russia, dietro il cambio della guardia alla Difesa

Cosa muta negli equilibri di potere a Mosca dopo la sostituzione del ministro Sergei Shoigu? Effetti non sostanziali sul terreno della guerra in Ucraina

  • 14 maggio, 05:28
  • 14 maggio, 12:06
612099185_highres.jpg

Andrei Belousov è stato designato da Putin per assumere le redini del ministero della difesa

  • keystone
Di: Stefano Grazioli 

Dopo l’inaugurazione del quinto mandato presidenziale di Vladimir Putin la scorsa settimana, è arrivata come da prassi la costituzione del nuovo governo, con il capo dello Stato che ha nominato il premier e gli altri cinque ministri di sua competenza. Se la conferma di Mikhail Mishustin alla Casa Bianca, il palazzo del Governo a Mosca, è stato un segnale di continuità e di stabilità, il passaggio del ministro della Difesa Sergei Shoigu al vertice del Consiglio di sicurezza al posto di Nikolai Patrushev ha rimescolato invece le carte nel più stretto cerchio putiniano, con una girandola di poltrone, non nuova in assoluto e in parte attesa, che può essere interpretata sotto vari aspetti, partendo sia dagli attori in campo, sia in relazione al contesto interno e della fase corrente del conflitto in Ucraina.

L’ascesa di Belousov

Il dato più importante non è forse tanto quello del trasferimento di Shoigu al Consiglio di sicurezza, quanto la sua sostituzione con Andrey Belousov, uno dei vari tecnocrati economisti che, da posizioni prima accademiche e poi governative, ha avuto un ruolo di rilievo, anche se lontano dai riflettori, nel sistema di Vladimir Putin negli ultimi vent’anni. Economista all’Accademia delle scienze, è stato all’inizio degli anni Duemila advisor al ministero dello Sviluppo economico, poi direttore del Dipartimento economico del primo ministro, per passare tra il 2013 e il 2020 nello staff presidenziale come assistente di Putin per le questioni economiche. Dal 2020 è stato vice di Mishustin. Ora è finito alla Difesa, un ruolo apparentemente fuori dalle righe, in considerazione del suo curriculum, anche se le ragioni dell’ascesa sono molteplici. Belousov, e gli altri tecnocrati dentro e fuori il governo, da Mishustin alla governatrice della Banca centrale Elvira Nabiullina, rappresentano cardini fondamentali nella gestione efficiente del Paese nella cornice di una guerra che oltre all’aspetto strettamente militare coinvolge quello economico e finanziario.

Il ruolo del Consiglio di sicurezza

Quella che a Mosca è chiamata ancora operazione militare speciale, e che almeno in questa fase del conflitto sta prendendo una piega favorevole alla Russia, è gestita dal blocco militare e d’intelligence che fa capo innanzitutto al presidente ed è supervisionata dal Consiglio di sicurezza, dove siedono gli uomini chiave del sistema che già a partire dalla prima crisi ucraina del 2014 ha acquisito maggior peso. Oltre al capo di Stato ne fanno parte il segretario, ora Shoigu, il premier, ministri nominati dal presidente (Difesa, Esteri, Interni), i responsabili dei servizi segreti, interni ed esterni. Tutti sono rimasti al loro posto, con l’eccezione di Patrushev, il cui figlio però ha ottenuto la carica di vicepremier nel secondo gabinetto Mishustin. In sostanza gli equilibri interni non sono mutati, al di là appunto del rafforzamento dell’ala dei tecnocrati con Belousov a sorvegliare la Difesa per ciò che riguarda gli aspetti economici, mentre per quelli militari la gestione passerà comunque attraverso il Consiglio di sicurezza e i vertici militari coordinati dal generale Valery Gerassimov.

I riflessi sulla guerra

Nel contesto della guerra in Ucraina il passaggio di consegne al ministero della Difesa non avrà dunque risvolti sostanziali sul terreno. Il fatto che Putin abbia deciso in questo momento di spostare qualche pedina sulla scacchiera è dovuto anche alle contingenze sul campo, con le truppe russe che hanno accentuato la pressione sulla linea del fronte nel Donbass e paiono prepararsi a una nuova fase offensiva, sfruttando il momento di debolezza ucraino. Kiev è in difficoltà a causa del mancato sostegno occidentale e la posizione del presidente Volodymyr Zelensky in vista della conferenza sulla pace in calendario a metà giugno in Svizzera si sta indebolendo. Con il moderato rimpasto governativo, che sta comunque rafforzando le frange moderate, il Cremlino dà il segnale verso l’interno e l’esterno che la situazione, politica, militare ed economica è stabile e sotto controllo, e che quindi la Russia, di fronte alla possibilità di negoziati come quelli che forse potranno scaturire dopo la condivisione di un piano realistico occidentale i cui contorni potranno essere discussi sul Bürgenstock, non sarà disposta a compromessi che non tengano in considerazione lo status quo.

03:02

Russia, Putin rimpiazza il ministro della difesa

Telegiornale 13.05.2024, 12:30

Correlati

Ti potrebbe interessare