Non si placano le polemiche all'indomani della decisione della Giunta delle immunità del Senato italiano che, con il voto cruciale della Lega, ha stabilito di mandare a processo Matteo Salvini per sequestro di persona. Il via libera al procedimento nei confronti dell'ex vicepremier è arrivato perché Salvini, quando era ministro degli interni, aveva impedito lo sbarco di 116 migranti salvati dalla nave Gregoretti.
Un sì sul quale dovrà ancora pronunciarsi il Senato, ma singolare, perché decisivi sono stati proprio i voti della Lega (Salvini aveva invitato i propri senatori a votare a favore: "Voglio un sì al processo") mentre la maggioranza ha deciso di disertare i lavori della giunta, spiegando, attraverso il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, che "Salvini vuol fare un uso politico della giustizia".
Gli oppositori della Lega hanno cercato, inutilmente, di bloccare qualsiasi decisione immediata, ritenendo che sarebbe stata usata da Salvini per ribaltare il tavolo e porsi come vittima "per aver difeso i confini dall'immigrazione", raccogliendo consensi poco prima dell'importante voto regionale del 26 gennaio in Emilia Romagna.
Una vittoria dell'estrema destra emiliano-romagnola, baluardo della sinistra con Bologna in testa, potrebbe infatti portare alla caduta del Governo formato dal Movimento Cinque Stelle e dal Partito Democratico, e provocare elezioni legislative anticipate, che Salvini aveva auspicato.
Il primo round sul caso Gregoretti si è chiuso, dunque, e "manda" a processo Salvini (se condannato rischia fino a 15 anni di carcere). Il secondo round si giocherà nell'aula del Senato, tra un mese, sempre che ci sia una richiesta esplicita di voto da parte di almeno 20 senatori.