È stato da poco insignito del Nobel per la Pace, ma il premier etiope Abiy Ahmed Ali è al centro da alcuni giorni di contestazioni, che la polizia ha represso nella violenza e i morti finora sono quasi una settantina.
L'Etiopia ha ancora molta strada da compiere aveva ricordato il comitato di Oslo nel conferire il Nobel ad Abiy Ahmed Ali, e il quella frase si poteva leggere un riferimento alle lotte tra i numerosi gruppi etnici etiopi. Ma come è già avvenuto in passato, le contestazioni di questi giorni per il premier provengono dalla sua comunità, gli Oromo, divisa al suo interno. Nella capitale e nella regione di Oromia, si sono registrate una serie di proteste contro il Governo e la figura del premier, accusato di voler organizzare un attacco contro Hawar Mohammed.
C'è chi tra gli oromo venera questo 33enne, in quanto dagli Stati Uniti dove si era autoesiliato, grazie ai media che controlla in Etiopia, ha contribuito a far cadere il precedente Esecutivo. Ma sempre tra gli Oromo c'è chi lo accusa di fomentare l'odio contro l'etnia tigrina e altre comunità. Un tempo Abiy Ahmed Ali e Hawar Mohhamed erano amici, ora non lo sono più. E c'è chi scommette che sia stato Hawar- che ora lancia appelli alla calma – ad alimentare le proteste per mettere in difficoltà l'ex alleato.