Si passa sempre più tempo col telefonino in mano, ma se ne trascorre sempre meno a telefonare. Sembra un paradosso, eppure è una realtà per sempre più persone, in particolare i giovani, che soffrono di “telefonofobia”. A dirlo già da alcuni anni sono numerosi sondaggi e inchieste nel mondo occidentale, tra cui per esempio quella effettuata negli scorsi mesi dal portale Uswitch: in Gran Bretagna il 25% delle persone di età compresa tra i 18 e i 34 anni afferma di non rispondere mai al telefono.
Gli intervistati raccontano di ignorare lo squillo, di rispondere via SMS o di cercare il numero online se non lo riconoscono. L’indagine britannica ha inoltre rilevato che quasi il 70% dei giovani preferisce un testo a una telefonata. Già un sondaggio condotto nel 2019 tra gli impiegati d’ufficio del Regno Unito aveva messo in evidenza come il 40% dei baby boomer e il 70% dei millennial sperimentassero pensieri ansiosi allo squillare del telefono.
Un’azione appartenente a un’altra generazione?
In Svizzera e in Ticino non si dispone di dati precisi sul fenomeno, ma non ci sono dubbi su quanto sia diffuso anche alle nostre latitudini e un breve giro d’opinioni tra la gente a Lugano non ha fatto che confermarcelo. Secondo il professore in Scienze della comunicazione Gabriele Balbi non c’è troppo di cui sorprendersi, perché la chiamata telefonica oggi per le nuove generazioni è solo uno dei tanti mezzi di comunicazione possibili.
“Se per esempio nella mia infanzia era l’unica possibile via comunicativa orale diretta ed era necessario imparare a usarla - ci spiega il professore dell’USI -, adesso ce ne so anche altre che lasciano il tempo di ragionare. C’è proprio un’inesperienza nell’utilizzarla”.
C’è una paura di essere messi in contatto senza filtri
Gabriele Balbi, Media studies - USI Università della Svizzera italiana
Balbi sottolinea che tutte le forme di comunicazione si possono prestare a malintesi, ma al telefono questi sono ancora più comuni con le possibili interpretazioni dei silenzi e l’impossibilità di vedere la faccia dell’interlocutore: “È più verosimile avere dei malintesi perché non si ha tempo di riflettere e pensare, ma si deve reagire immediatamente. E in fondo, quando la parola è stata detta non può più essere rimangiata”.
La voce non è destinata a sparire, anzi
Avendo tante alternative comunicative, oggi i giovani decidono di comunicare nella maniera a loro più consona. La “telefonofobia” non va quindi vista necessariamente come qualcosa di negativo (magari soprattutto da chi è cresciuto a suonerie e cornette), bensì come un cambiamento, peraltro con sempre meno conseguenze visto il diffondersi di e-mail, chat e via discorrendo.
Per l’esperto di comunicazione non ci si avvia in ogni caso a una scomparsa dell’espressione orale a favore dello scritto: “Anzi la voce resta centralissima - conferma Balbi - È piuttosto un cambiamento di abitudine sulla sincronicità. Ci stiamo abituando a una sincronicità diversa anche della fruizione dei mezzi comunicativi.”.
Ma perché le persone con un’ansia sociale hanno difficoltà a telefonare?
Il team della Social Anxiety Alliance sul suo sito, oltre a proporre possibili soluzioni, ha provato a stilare un piccolo elenco delle ragioni di questa fobia:
Una telefonata può arrivare all’improvviso o quando non siamo pronti o preparati ad affrontarla;
Può capitare che ci venga posta una domanda che non ci aspettavamo o che ci venga chiesto di prendere una decisione per la quale non siamo pronti;
Quando iniziamo una telefonata, temiamo di “disturbare” l’altra persona;
È facile preoccuparsi di ciò che l’altra persona pensa di noi;
Temiamo di essere secchi o di sembrare noiosi o poco intelligenti oppure temiamo di sembrare strani, nervosi o deboli, di balbettare, di confondere le parole o di tacere. Oppure anche di causare inavvertitamente un’offesa;
La mancanza di espressioni facciali e di segnali del linguaggio del corpo ci impedisce di capire se la persona è arrabbiata o sorridente, se sta prendendo in giro o se sta facendo domande;
È più difficile sapere quando è il proprio turno di parlare o come concludere la telefonata;
È facile essere ossessionati da ciò che abbiamo fatto o non detto dopo la fine della telefonata;
Il fatto che “solo una telefonata” possa causare un tale stress può farci sentire ancora più sciocchi e smarriti;
È facile rimandare le telefonate, anche quelle importanti.
Insomma, l’ansia da telefono si innesca dai risvolti sociali delle telefonate. Se si pensa di soffrirne è tuttavia possibile occuparsene, anche con l’aiuto di un terapeuta: il trattamento può essere simile a quello per altre forme di fobia sociale e si può progressivamente imparare a gestire i sintomi del proprio disagio in modo da non essere condizionati nella propria vita quotidiana.
Stop ai cellulari in classe
Telegiornale 30.08.2024, 20:00