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"Il cellulare ha 50 anni e non abbiamo più privacy"

Martin Cooper, 94 anni, considerato l'inventore dell'apparecchio portatile. Effettuò la prima telefonata il 3 aprile 1973: "Preoccupato anche per l'uso che ne fanno i bimbi"

  • 3 aprile 2023, 21:13
  • 6 settembre 2023, 19:34
Martin Cooper, è considerato l'inventore del telefono cellulare

Martin Cooper, è considerato l'inventore del telefono cellulare

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Di: TG/Red.MM

Esattamente cinquant'anni fa, il 3 aprile del 1973, a New York, la prima chiamata da un telefono cellulare segnerà un'epoca. All'inizio nessuno (o quasi) realizzò la portata di questa invenzione, che solo una decina di anni dopo cominciò a essere conosciuta e a scatenare quello che poi è diventato un vero e proprio fenomeno di massa.

Nel 1983 il Motorola DynaTac 8000x fu il primo telefono cellulare a essere messo in vendita su larga scala. Da un telefono grande come una scatola di scarpe, Martin Cooper chiamò il diretto rivale, l'ingegnere della Bell Labs Joel Engel dicendogli: "Noi ce l'abbiamo fatta".

I 50 anni del telefono cellulare

Telegiornale 03.04.2023, 20:00

"Cinquant'anni fa (quando ho concepito il cellulare, ne abbiamo costruito uno e fatto una telefonata), sapevo che un giorno tutti ne avrebbero avuto uno. Erano tempi primitivi. Che ci crediate o no, nel 1973 non c'era Internet, non c'erano fotocamere digitali, non c'erano circuiti integrati su larga scala. Quindi, l'unità che abbiamo costruito è stata assemblata con un numero enorme di pezzi singoli. Pesava più di un chilo e la batteria aveva una durata di 25 minuti di conversazione", racconta Martin Cooper, 94 anni.

Il DynaTac 8000X permetteva conversazioni della durata di soli cinque minuti in più. Costava quasi 4'000 dollari (di allora). Nel settore era noto come "il mattone". Ne furono venduti circa 300mila pezzi. Da allora si sono susseguiti modelli di cellulare sempre più piccoli, più performanti e colorati. E molto meno cari. Cinquant'anni dopo la sua scoperta, Martin Cooper non ha perso la voglia di occuparsi di tecnologia. E di guardare al futuro, non senza qualche inquietudine.

"Quello che mi preoccupa di più è che non abbiamo più alcuna privacy. Tutto ciò che ci riguarda è registrato da qualche parte e accessibile a chiunque abbia abbastanza volontà di ottenerlo. Quindi, ancora una volta, dobbiamo imparare ad adattarci. In qualche modo i nostri Governi devono decidere cosa c'è di noi che devono proteggere".

Un'altra delle proeccupazioni di Cooper è legata all'eccessivo uso dei telefonini, soprattutto da parte dei bambini.

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