Una volta, prima di andare a dormire, c’era chi recitava una preghiera. Oggi, il 27% della popolazione svizzera dà un’ultima occhiata allo schermo del telefono. E anche al mattino è proprio lì che si rivolgono gli sguardi, ancora assonnati, in una sorta di rito. E proprio di riti e di nuova religione parla uno studio dell’Università di Zurigo, che ha condotto un sondaggio sugli utenti della rete in Svizzera.
Gli autori dello studio interpretano questi comportamenti come la nascita di una nuova forma sociale di religione. Secondo Michael Latzer, che ha diretto la ricerca, questo nuovo “culto” digitale svolge funzioni sociali simili a quelle delle religioni tradizionali, come la riduzione della complessità, la creazione di significato o la coesione sociale.
Algoritmi gestiti da inspiegabili poteri e senso di pace e conforto
Una religione digitale quotidiana che con la fede tradizionale ha in comune i concetti di ritualità e addirittura soprannaturale. Quasi un terzo della popolazione (30%) ritiene infatti che i contenuti offerti dai social network o dalle applicazioni per la salute e il benessere – tramite gli algoritmi – siano controllati da un’entità superiore inspiegabile. Come sono innumerevoli i sono racconti ricorrenti di persone che stavano parlando con gli amici dell’intenzione di comprare un nuovo paio di scarpe, e si stupiscono poi perché ad un tratto tutte le pubblicità che compaiono sul cellulare riguardano proprio questo.
Tra il 10 e il 19% si spinge oltre e riferisce addirittura di aver vissuto esperienze definite trascendentali grazie a Internet. In generale si tratta di un fenomeno che riguarda in particolare i giovani. Più di un terzo della fascia d’età 14-19 anni sostiene che l’utilizzo dei servizi digitali fornisca un senso di pace e conforto.
L’avanzata galoppante dell’IA
Lo studio rileva poi non senza sorpresa che i chatbot di intelligenza artificiale (IA) come ChatGPT o Bard sono già molto diffusi in Svizzera: otto interpellati su dieci (79%) ne hanno già sentito parlare e la metà di loro (37%) li ha già provati o utilizzati. I più giovani e coloro che hanno un livello di istruzione più elevato conoscono questi servizi e li usano con particolare frequenza.
“L’alto livello di consapevolezza e di impiego di ChatGPT e di applicazioni simili di intelligenza artificiale è sorprendente, soprattutto perché sono disponibili solo dalla fine del 2022”, osserva sempre Latzer.
L’indagine, condotta per la settima volta dal 2011 da Latzer e dal suo team, mostra infine ancora una volta che quattro internauti svizzeri su cinque inibiscono il loro comportamento di comunicazione online a causa della sensazione di essere osservati. La ricerca fa parte del World Internet Project (WIP), uno studio comparativo a lungo termine che analizza la diffusione e l’uso di Internet in 30 Paesi.