Ambiente

Anche il cielo buio è da salvaguardare

Questa settimana è stata dedicata a combattere l’inquinamento luminoso, responsabile di offuscare i cieli notturni e disturbare molte specie animali

  • 2 ore fa
  • 2 ore fa
24:59

Settimana internazionale del cielo buio 

Il giardino di Albert 19.04.2025, 18:00

  • IMAGO / Cavan Images
  • Alessandra Bonzi
Di: Red. giardino di Albert / Simone Pengue 

Ci sono notti in cui la luce della Luna è così forte che si distinguono le ombre per terra. Altre, in cui è molto più debole e si riescono a vedere molte più stelle e, perfino, la Via Lattea. Oggi, la nostra galassia è scomparsa dagli occhi di gran parte dei cittadini svizzeri. Certo, lei è sempre là, una vastissima striscia bianca, ma la sua flebile luce è coperta da quella, ben meno suggestiva, di lampioni e insegne.

L’inquinamento luminoso, termine che indica la presenza di un eccesso di illuminazione artificiale, non è un tema nuovo, ma l’opinione pubblica spesso tende a dimenticarsene. Per questo, l’associazione per la protezione del cielo notturno Dark Sky (cielo scuro), attiva in oltre settanta Paesi del mondo, ha istituito la International Dark Sky Week (Settimana internazionale del cielo scuro) dal 21 al 27 aprile 2025.

L’obiettivo, oltre alla sensibilizzazione sul tema, è la promozione di iniziative per la riduzione della luce diffusa nell’aria dall’attività umana, spesso in modo inutile e facilmente prevenibile. L’inquinamento luminoso è responsabile di aumentare la luminosità del cielo di alcune aree, generalmente corrispondenti ai centri abitati o alle zone industriali. La sua importanza è tale che in Svizzera è stato persino istituito un “dark sky park”, un’area naturale all’interno del Parco di Gantrisch dove viene tutelata l’oscurità.

02:33

Cos'è l'inquinamento luminoso?

RSI Ambiente 13.04.2022, 21:12

Per altri esseri viventi, la presenza di molte luci concentrate può essere una questione di vita o di morte. «Nell’ambito della biodiversità uno dei classici esempi è quello dell’impollinazione», spiega ai microfoni de Il giardino di Albert il responsabile per la Svizzera italiana di Dark Sky Switzerland Stefano Klett. Una parte importante del processo, infatti, avviene lontano dalla luce: «per poter impollinare, gli insetti cercano luoghi bui. Se questi luoghi bui non ci sono, l’impollinazione non avviene. Ne risente anche la riproduzione degli insetti, indispensabili nella catena alimentare», spiega Stefano Klett.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare di primo acchito, anche i pesci soffrono l’eccesso di luce, in particolare i pesci persici e i gardon. «Spesso vicino ai ai laghi ci sono impianti di illuminazione artificiale. Questa luce penetra nell’acqua e disturba tutto quello che sta sotto», specifica Stefano Klett. Il risultato è una drastica diminuzione della produzione di melatonina e una conseguente alterazione del comportamento alimentare e migratorio.

In altre zone del mondo, le vittime dell’inquinamento luminoso sono i piccoli di tartaruga, nati dalle uova deposte sulle spiagge. In condizioni ottimali, appena le uova si schiudono tra la sabbia i piccoli corrono istintivamente verso la luce della luna riflessa nel mare. Se è presente dell’illuminazione artificiale, accade non di rado che questa tragga in inganno le piccole tartarughe e le conduca, fatalmente, nella direzione sbagliata.

25:13

In Volo

RSI Info 23.12.2023, 18:00

  • iStock
  • Alessandra Bonzi

Similmente, gli uccelli faticano a distinguere le luci al suolo da specchi d’acqua presso i quali abbeverarsi e nutrirsi. In particolare, l’effetto colpisce le vulnerabili specie migratorie durante i delicati giorni in cui attraversano l’Europa e anche la Svizzera italiana. «Nei cinque maggiori problemi per gli uccelli, sicuramente troviamo anche l’inquinamento luminoso» dichiara l’ornitologa di FICEDULA Chiara Scandolara.

«Facendo birdwatching la mattina presto, mi è capitato più di una volta di trovare grandi concentrazioni di uccelli sul Piano di Magadino, dove ci sono dei centri luminosi molto importanti. - racconta Chiara Scandolara, che continua - Magari sono stati attirati dalle luci e poi si ritrovano in un parcheggio pensando che fosse una zona umida. Quindi chiaramente vengono disturbati durante la loro migrazione».

Gli animali notturni, che sfruttano il buio per nascondersi dai predatori, risentono molto della presenza di aree luminose artificiali nel proprio territorio. Tra i mammiferi, uno degli esempi di maggior rilievo è certamente rappresentato dai pipistrelli.

La biologa e responsabile del Centro protezione chirotteri Ticino Marzia Mattei spiega che «i predatori dei pipistrelli si spostano molto di più quando c’è luce e loro questa cosa la sanno, per cui cercano di evitare la luce». Per proteggere le trenta specie di chirotteri, il nome scientifico dell’ordine, presenti in Svizzera, l’organizzazione ha rilasciato delle linee guida per una corretta gestione delle luci nei nostri giardini e negli ambienti urbani.

«La cosa può diventare estrema, come è successo alcuni anni fa in Canton Argovia – confida Marzia Mattei - Durante una festa campestre l’uscita di un rifugio è stata illuminata con un faro molto forte. Per tutta la durata della festa, i pipistrelli si sono rifiutati di abbandonare il nido e sono morti di fame, praticamente murati dalla luce nel loro rifugio. È una cosa veramente molto impressionante e triste».

1x1-giardino_di_albert

La scienza e la natura ti affascinano?

Il Giardino di Albert soddisfa la tua voglia di capire

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare