La stella cometa è uno dei simboli incontrastati del Natale: in ogni presepe, sopra la grotta che ospita Gesù bambino, troviamo la stella scintillante con la sua caratteristica lunga coda, simbolo di salvezza, luce e speranza.
Per questo motivo, sentir parlare di comete nei giorni di Pasqua può sorprendere. Ma non più di tanto, per chi segue con attenzione quel che si muove nel cielo sopra le nostre teste.
Meglio cardi che mais
Serotonina 16.04.2025, 09:00
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Una nuova cometa, notata per la prima volta a fine marzo, sta infatti per creare meraviglia nel cielo dei prossimi giorni. Il suo nome ufficiale è C/2025 F2 (SWAN), dal momento che è stata scoperta grazie allo strumento SWAN (Solar Wind ANisotropies) della sonda solare SOHO, che monitora costantemente il sole.
Ciò che rende questa cometa particolare, oltre al fatto di rendersi visibile a noi per Pasqua, è di essere stata scoperta dagli occhi attenti di tre astronomi amatoriali, Vladimir Bezugly (Ucraina), Michael Mattiazzo (Australia) e Rob Matson (California). Inoltre, i tre appassionati non hanno individuato la cometa grazie all’uso di telescopi privati, bensì studiando ognuno in maniera indipendente dall’altro le immagini pubbliche acquisite dallo SWAN.
Dal momento che è visibile in questi giorni, si è pensato di ribattezzarla con un nome decisamente più evocativo: la Cometa di Pasqua.
Meteo permettendo, la Cometa è ora visibile nei cieli mattutini, mentre nei prossimi giorni lo sarà poco dopo il tramonto e la si potrà osservare fino all’inizio di maggio. Grazie alla sua posizione e alla sua luminosità, si avrà la possibilità di ammirarla con telescopi e piccoli binocoli. Meglio se lontano dalle luci dei centri abitati e con un orizzonte libero. La presenza di una porzione di Luna sottile dovrebbe inoltre rendere più facile l’osservazione. Secondo alcuni esperti, C/2025 F2 (SWAN) potrebbe anche riservare qualche sorpresa ed essere più brillante delle previsioni, risultando pure visibile a occhio nudo.
Attualmente il corpo celeste mostra già una debole coda verde e sorge in direzione nord-est attorno alle 4:00 del mattino. Secondo gli astronomi il periodo migliore per vederla sarà tra il 24 e il 25 aprile verso le 5:00 del mattino. In quell’occasione, la Cometa di Pasqua dovrebbe trovarsi una decina di gradi sopra l’orizzonte in direzione nord-est. Il picco massimo di luminosità è previsto per il 1° maggio, in corrispondenza del perielio, quando sarà visibile dopo il tramonto.

L'osservazione dei fenomeni celesti affascina da sempre l'essere umano
Le comete hanno da sempre affascinato l’essere umano, ma quando si parla di loro, a cosa ci si riferisce? Si tratta di corpi celesti minori del Sistema solare. Rispetto agli asteroidi, che hanno una matrice prevalentemente rocciosa, le comete contengono molto ghiaccio (unitamente a polvere e rocce). Per questo a volte vengono anche chiamate “palle di neve sporca”. Ciò che le rende affascinanti è la loro lunga coda luminosa, simile ad una lunga chioma di capelli. Non a caso cometa deriva dal greco kométes, cioè provvisto di chioma.
Delle comete si sa inoltre che, in origine, si sono formate nella parte più esterna del Sistema solare. Tuttavia, le loro traiettorie fanno sì che alcune di esse si avvicinino al Sole. Quando la distanza dal Sole diminuisce, il ghiaccio si trasforma direttamente in gas (si parla di sublimazione), creando così la chioma, cioè una vasta atmosfera che circonda il nucleo della cometa. La chioma, interagendo con il vento e la radiazione solare, permette poi la formazione delle code della cometa, generalmente due: una composta di polveri e l’altra fatta di ioni che possono essere lunghe da decine a centinaia di milioni di km.

Le comete sono spesso visibili dalla Terra e hanno sempre stuzzicato la curiosità umana. Osservarle con un telescopio o a occhio nudo può regalare uno spettacolo indimenticabile, così come succede nel caso di altri fenomeni celesti, come le eclissi, gli allineamenti dei pianeti, i pleniluni, che nei secoli hanno stimolato leggende, racconti, ricerche scientifiche, missioni spaziali e molto altro ancora.
Insomma, come ha scritto il celebre cosmologo Locarnese Roberto Trotta nel suo libro di recente pubblicazione “Il cielo stellato sopra di noi”, se il cielo fosse privo di corpi celesti, l’Umanità sarebbe ben diversa da quella che conosciamo oggi!