Ambiente

Chi ha scoperto le allergie da polline?  

A rivelare per primo il legame tra polline e raffreddore da fieno fu un medico inglese e un colpo di fortuna – la curiosa storia di Charles H. Blackley

  • Oggi, 05:51
  • 2 ore fa
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  • IMAGO/blickwinkel
Di: red. giardino di Albert/Christian Bernasconi 

Occhi arrossati, naso che cola e starnuti ripetuti: sintomi che circa 1,7 milioni di persone affette da allergia ai pollini in Svizzera conoscono purtroppo troppo bene. Mentre 100 anni fa in Svizzera quasi nessuno soffriva di febbre da fieno, oggi circa il 20% della popolazione ne è affetto, una percentuale che rispecchia quella mondiale. 

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Torna l'allergia ai pollini

Il Quotidiano 08.04.2025, 19:00

Con il cambiamento climatico, la situazione sta peggiorando ulteriormente e ci sono sempre più persone sensibili. Inoltre, molte piante rilasciano il loro polline in anticipo e con maggiore intensità rispetto al passato. Secondo i ricercatori della Commissione svizzera per la chimica e fisica dell’atmosfera, dell’Accademia svizzera delle Scienze Naturali e MeteoSvizzera, è probabile che le persone con allergie ai pollini in futuro saranno esposte a concentrazioni di polline più elevate e per periodi di tempo più lunghi.

Al giorno d’oggi sappiamo cosa provoca le reazioni allergiche: si tratta generalmente di pollini prodotti da alberi come il nocciolo, l’ontano, il frassino o la betulla, dalle graminacee o da altre specie vegetali come l’artemisia e l’ambrosia. Il nostro sistema immunitario reagisce alle proteine del polline con cui entriamo in contatto (tramite il naso, la bocca, gli occhi) riversando istamina e altre sostanze e provocando così un’infiammazione degli occhi e della mucosa nasale. 

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Charles Harrison Blackley (1820-1900)

  • @Wikipedia

Ci sono voluti anni di ricerche e di tentativi per arrivare a tale consapevolezza. Per secoli, le cause di questi sintomi rimasero infatti sconosciute e furono attribuite a vari fattori come il freddo, il caldo, il sole, la polvere, l’ozono, eccetera. Negli anni non sono mancate nemmeno le teorie più strampalate, secondo cui le allergie erano direttamente collegate all’educazione o alla classe sociale di appartenenza. Una serie di false conoscenze interrotta finalmente nella seconda metà del 19esimo secolo da un medico omeopata inglese, Charles Harrison Blackley, che grazie alla sua determinazione e ad una lunga serie di curiosi esperimenti, identificò nel polline il fattore scatenante.

Blackley – lui stesso affetto da raffreddore da fieno – nasce il 5 aprile 1820 in Inghilterra, dove inizia a lavorare prima come stampatore e poi come incisore su lastre di metallo. Nutre inoltre una grande passione per la natura. Per questo motivo studia botanica, chimica e impara le basi della microscopia. A 35 anni abbandona la sua carriera di incisore e inizia gli studi in medicina, che nel giro di pochi anni gli permettono di diventare medico omeopata. Siamo nel 1858, anno in cui inizia la lunga, curiosa e fondamentale serie di esperimenti per studiare da dove arriva il raffreddore da fieno.

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Polline di nocciolo, una delle principali fonti di reazioni allergiche

  • IMAGO/alimdi

Con un vero e proprio lavoro da investigatore, Blackley procede analizzando minuziosamente tutti i fattori fino ad allora citati negli anni come possibili colpevoli: il freddo, il calore, la luce, aromi di varia natura, l’ozono, una lista davvero lunga. Con pazienza quasi maniacale li scarta tutti sistematicamente, tranne uno. È talmente dedito alle sue ricerche che decide di verificare direttamente su di sé gli effetti dei vari potenziali responsabili, inalando ad esempio ozono, acido benzoico e altre sostanze, senza esitare a infliggersi vari tipi di sofferenze.

Fa di tutto per poter disporre dei migliori strumenti per condurre le proprie analisi. Quando gli apparecchi ancora non esistono o non li ritiene sufficientemente affidabili, si impegna a costruirne di nuovi o a migliorare personalmente quelli esistenti. Anche in questo senso, i suoi lavori sono estremamente utili anche al giorno d’oggi.

Come spesso capita, le grandi scoperte sono anche legate alla serendipità, cioè al caso, alla fortuna. L’impegno maniacale di Blackley fu così premiato da un evento inatteso, durante una soleggiata giornata estiva. Il medico inglese era intento a passeggiare su una strada di campagna nei dintorni di Manchester, quando una carrozza lo superò a velocità sostenuta sollevando una gran nuvola di polvere, che Blackley finì suo malgrado per respirare. Contrariamente a quanto accaduto con tutte le altre sostanze che aveva inalato e testato su di sé, stavolta iniziò a starnutire e a tossire, colpito da un violento attacco di raffreddore da fieno.

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Granelli di polline - Illustrazione 3D

  • IMAGO/Depositphotos

Sofferente, ma felice (masochista verrebbe da dire), decide di studiare in laboratorio la polvere del manto stradale, in cui identifica la presenza di granelli di polline, che diventano gli indiziati numero uno. Come fatto per le altre sostanze, testa su di sé gli effetti del polline, applicandolo alle mucose delle narici e sugli occhi, inalandolo e addirittura inoculandolo nelle sue braccia e gambe.

Si espose dunque a vari tipi di reazioni allergiche e di sofferenze. Ma tutto questo lavoro permise di inchiodare il colpevole e di dimostrare che i pollini sono responsabili del raffreddore da fieno. Pubblicò i risultati nel 1880 in un’opera intitolata Hay Fever, its Causes, Treatment and Effective Prevention.

Come molti pionieri, Blackley nel corso della sua vita fu considerato un po’ pazzo, eccentrico, al limite del maniaco. Eppure, è proprio grazie a lui, alla sua dedizione e alla sua meticolosità scientifica che si deve la scoperta del ruolo chiave giocato dal polline nelle malattie allergiche.

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In alcune giornate è possibile osservare delle vere e proprie nuvole di polline

  • IMAGO/Peter Seyfferth

Grazie a queste scoperte dobbiamo la nascita di una nuova scienza, l’aerobiologia, la branca della biologia che studia i corpuscoli presenti nell’aria. Ed è anche grazie ai suoi lavori pionieristici che al giorno d’oggi la Svizzera può vantare un primato mondiale: dall’inizio del 2023, MeteoSvizzera è il primo servizio meteorologico al mondo a gestire una rete nazionale di misurazione automatica dei pollini. Grazie a queste misurazioni in tempo reale, le previsioni sui livelli di polline sono notevolmente migliorate e forniscono informazioni accurate sull’evoluzione giornaliera della concentrazione di pollini allergenici nell’aria per qualsiasi punto della Svizzera. Uno strumento molto utile per tutti coloro che soffrono di allergia ai pollini!

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