Ambiente e salute

Anche i farmaci inquinano l’ambiente

L’Università di Losanna e Unisanté pubblicano un’inedita classifica ecotossicologica di 35 medicinali comunemente consumati in Svizzera 

  • 9 aprile, 15:56
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Di: red. giardino di Albert/Christian Bernasconi 

Ogni giorno nei paesi occidentali si consumano svariate migliaia di farmaci per diverse ragioni: calmare dolori di vario genere, regolare la pressione sanguigna o curare le infezioni.

Come indicato dall’indagine sulla salute in Svizzera, da 30 anni il consumo di medicinali nella Confederazione è in costante crescita. Secondo le statistiche, nel 2022 il 55% della popolazione ha assunto almeno un farmaco per un periodo di sette giorni. Il valore era del 38% nel 1992. Gli antidolorifici in particolare hanno visto il loro consumo passare dal 12% del 1992 al 26% trent’anni dopo.

E una volta usati, i farmaci non svaniscono nel nulla. Dopo essere state espulse dal nostro organismo attraverso le vie urinarie, numerose sostanze finiscono nelle acque luride per poi essere convogliate verso i centri di depurazione, dove solo una parte di esse viene eliminata. Il carico rimanente che non viene filtrato va a finire in laghi e corsi d’acqua, dove rappresenta un rischio per gli ecosistemi acquatici e per tutte le forme di vita che dipendono dalla buona qualità delle acque. Anche per noi esseri umani.

Le conferme scientifiche in questo senso sono numerose. Uno studio pubblicato alcuni mesi fa su Nature Sutainability, ha messo in evidenza che l’inquinamento farmaceutico sta diventando una minaccia sempre più importante anche per gli animali e secondo gli autori “c’è un urgente bisogno di fabbricare farmaci più green”, un obiettivo che anche alcune iniziative in Svizzera cercano di perseguire.

È risaputo ad esempio che in alcuni pesci esposti all’ormone presente nella pillola anticoncezionale (ritrovato pure lui nelle acque), si osservano dei disturbi a livello della loro riproduzione, situazione che può portare al collasso di alcune popolazioni ittiche.

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Proprio nell’ottica di contribuire alla gestione di questa problematica, ricercatrici e ricercatori dell’Università di Losanna e di Unisanté hanno voluto creare un primo strumento per misurare e indicare l’ecotossicità di alcuni dei farmaci più venduti e prescritti in Svizzera. Si tratta di una prima e finora inedita classifica di medicine comunemente utilizzate su territorio elvetico e ordinate in base alla loro tossicità ambientale, vale a dire al loro grado di pericolo per gli ecosistemi acquatici. Alcuni dei farmaci più famosi, si legge nello studio pubblicato sul International Journal of Environmental Research and Public Health, hanno dirette conseguenze su pesci, alghe e batteri essenziali alla biodiversità acquatica.

La ricerca si è finora occupata di 35 medicinali, selezionati prendendo in considerazione alcuni dati: la lista dei farmaci più venduti in Svizzera, l’elenco dei farmaci per cui esiste un valore soglia di tossicità ambientale e la concentrazione di quelli che sono stati ritrovati nei corsi d’acqua vodesi e nel Lemano. 

I risultati indicano che tra i casi più problematici si trovano degli antidolorifici e degli antinfiammatori come il diclofenac, che può causare problemi al fegato dei pesci, fino a causarne la morte. Senza dimenticare la presenza di diversi principi attivi provenienti dagli antibiotici, sostanze che possono eliminare anche i batteri utili presenti naturalmente negli ecosistemi e favorire lo sviluppo di una certa resistenza agli antibiotici da parte di alcuni batteri patogeni. La classifica completa può essere consultata qui.

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La qualità degli ecosistemi acquatici risente della presenza di sostanze attive derivanti dai nostri farmaci

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La classifica è ovviamente lungi dall’essere completa, ma ha il merito di fornire nuove indicazioni ai medici quando si tratta di prescrivere dei farmaci. Le ricercatrici e i ricercatori – consapevoli che la lista dovrà essere aggiornata e completata nei prossimi anni – si augurano che questo progetto riesca a favorire la presa in considerazione anche delle tematiche ambientali al momento di prescrivere un medicinale, ovviamente senza compromettere la qualità delle cure. Ad esempio, nel caso un medico avesse la scelta tra due (o più) farmaci equivalenti per il trattamento di un disturbo della salute, i risultati della ricerca losannese potrebbero favorire la scelta del medicinale meno impattante sull’ambiente.

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Cos’è la salute globale?

RSI Ambiente 16.10.2024, 12:00

Alla base di questo pensiero sta il concetto One Health, cioè quello di una salute globale. Un modello tornato alla ribalta durante la pandemia di Covid-19, secondo il quale la salute di noi esseri umani è direttamente legata alla salute degli ecosistemi. Si tratta di un approccio che riunisce la medicina umana, la medicina veterinaria e le scienze ambientali per ottenere i migliori risultati in materia di sanità.

In questo senso quindi, riuscire ad ottenere delle cure di qualità che, quando possibile, prendano in considerazione anche gli impatti sulla qualità degli ecosistemi è sicuramente una via da esplorare.

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Articolo legato all’almanacco del giorno di lunedì 7 aprile 2025 (Rete Uno ore 5h45), Giornata mondiale della salute.

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