Benedetta primavera, le cui giornate tiepide tornano a scalarci dopo un periodo buio e piovoso; maledetta per alcuni, come intonava la vecchia canzone, soprattutto per chi soffre di allergie stagionali: un fenomeno diffuso e fastidioso, gestito tramite diversi metodi che possono spaziare dalla convenzionale cura farmacologica alle terapie complementari. Pochi sanno che anche a tavola possiamo aiutare a mitigare i sintomi delle allergie primaverili.
Le allergie stagionali sono la risposta del nostro organismo in seguito al contatto e all’esposizione con i pollini, indispensabili per il ciclo riproduttivo delle piante, ma allergizzanti nei soggetti sensibili: tosse, naso e occhi irritati, starnuti e pruriti sono tutti sintomi comuni che possono infastidirci per mesi.
I pollini più comuni nelle nostre regioni sono le graminacee, tra le quali troviamo mais, frumento e orzo. Problematiche sono anche le arboree quali betulla, nocciolo, ulivo, faggio e cipresso che tendono a fiorire proprio nei mesi di marzo e aprile.
Allergie ai pollini e cambiamenti climatici
RSI Food 20.05.2021, 17:57
In questa rubrica di salute, siamo soliti consigliare una dieta ricca di frutta e verdura di stagione; se soffriamo di allergie stagionali, però, è bene prestare attenzione a certi alimenti. Questo è per via delle cosiddette allergie incrociate, che possono verificarsi quando il sistema immunitario reagisce a sostanze simili presenti sia nei pollini stagionali che negli alimenti.
I cibi da evitare in base alle allergie di cui si soffre
Alcune proteine presenti nei pollini sono simili o identiche a quelle contenute in determinati cibi. I soggetti allergici e sensibili ad alcuni pollini possono quindi reagire anche alle sostanze ingerite, con un conseguente peggioramento dei sintomi. Vediamo insieme a cosa prestare attenzione se tendiamo a soffrire di allergie stagionali.
Allergici al polline di betulla? Si dovrebbe ridurre il consumo di:
- carote crude,
- nocciole,
- agrumi,
- ciliegie.
Allergici alle graminacee? Tendenzialmente, si possono sopportare male i cereali come:
- frumento,
- segale,
- orzo.
Allergie al polline di ambrosia, invece, possono anche essere scatenate in seguito al consumo di ortaggi come:
- sedano,
- carote,
- prezzemolo.
Naturalmente, il consiglio è sempre quello di rivolgersi al proprio medico allergologo per avere una diagnosi precisa ed indicazioni riguardanti una possibile dieta di eliminazione, spesso temporanea.
Sì a una dieta antinfiammatoria nella stagione allergica
In generale, anche nella stagione allergica, è consigliato seguire un’alimentazione prevalentemente antinfiammatoria, evitando il consumo di cibi confezionati e altamente processati.
Sì, invece, ai cibi ricchi di polifenoli antiossidanti come frutta e verdura (evitando quelli sopracitati, soprattutto se crudi).
Via libera anche al consumo di pesce ricco di omega 3, proteine di buona qualità, e grassi buoni come l’olio extravergine di oliva e alcuni tipi di frutta oleosa (anche in questo caso, verificando che non vi siano allergie incrociate ai pollini che ci danno fastidio).
È importante assicurarsi di bere molta acqua, poiché una corretta idratazione può aiutare a fluidificare il muco e a calmare la gola irritata attenuando i sintomi.
Il falso mito del miele
Si sente spesso raccomandare il consumo di miele locale nei mesi precedenti la stagione allergica per desensibilizzare l’organismo abituandolo ai pollini della regione. Tuttavia, questa teoria non sembra avere grande valenza scientifica, soprattutto se consideriamo che gli allergeni più fastidiosi sono spesso provenienti da erbe ed alberi, non da fiori. Sì, quindi, al miele non pastorizzato per le sue proprietà antibatteriche e antivirali; meno utile, invece, per combattere i raffreddori allergici.
La stagione delle allergie: aumenta il numero di chi ne soffre
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