La Corea del Sud riconsidererà una politica che le vieta di fornire direttamente armi letali all’Ucraina, ha dichiarato giovedì un consigliere del presidente sudcoreano, dopo la firma di un accordo di difesa tra la Corea del Nord e la Russia avvenuta mercoledì. “Abbiamo intenzione di riconsiderare la questione della fornitura di armi all’Ucraina”, ha dichiarato ai giornalisti Chang Ho-jin, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Yoon Suk Yeol.
Seul applica una politica di lunga data che vieta la vendita di armi in zone di conflitto attivo, alla quale si è attenuta finora nonostante le richieste di Washington e Kiev di riconsiderarla. Un importante contratto di armi per carri armati, obici e aerei era stato firmato nel luglio 2022, cinque mesi dopo l’invasione russa, con la Polonia.
La Corea del Sud, come il Giappone, ha espresso giovedì “serie preoccupazioni” sull’accordo, che non esclude la “cooperazione tecnico-militare” tra i due Paesi e prevede “assistenza reciproca in caso di aggressione” da parte di uno dei firmatari, secondo quel che ha precisato il capo di Stato russo Vladimir Putin.
“Qualsiasi cooperazione che contribuisca direttamente o indirettamente al rafforzamento delle capacità militari della Corea del Nord è una violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”, ha continuato il consigliere Chang Ho-jin. La violazione di queste risoluzioni e il chiaro e affermato sostegno a Pyongyang, a suo avviso, “avranno inevitabilmente un impatto negativo sulle relazioni tra Corea del Sud e Russia”.
Alcune settimane prima della firma dell’accordo, Pyongyang era già stata accusata da Seul di aver fornito armi alla Russia per la sua guerra in Ucraina, in cambio di supporto tecnologico.
Putin in Corea del Nord
Telegiornale 18.06.2024, 20:00