Per la prima volta dal ritorno della democrazia (1983) sarà un’inedita partita a tre a decidere le sorti dell’Argentina. Alle elezioni presidenziali di domenica 22 ottobre, alla tradizionale contrapposizione tra i peronisti e gli antiperonisti si è aggiunto un outsider che ha rivoluzionato tutti gli equilibri di potere; si tratta di Javier Milei, candidato del neonato partito “La Libertad avanza”, che fa della lotta alla corruzione e nel ridimensionato del Welfare e dell’assistenzialismo di Stato la sua principale battaglia.
Milei è un economista di 52 anni diventato famoso per le sue apparizioni nei talk show televisivi: dai modi irruenti e con un linguaggio spesso al di sopra delle righe, è solito scagliare anatemi contro la “casta” dei politici tradizionali, che promette spazzar via se verrà eletto. Il suo punto di forza risiede nei giovani e giovanissimi, considerando che in Argentina si può votare già a 16 e 17 anni. In una nazione che sta attraversando una grave crisi economica, promette di sostituire il peso argentino con il dollaro; una proposta che è considerata irrealizzabile dalla stragrande maggioranza degli analisti, ma che sembra aver fatto breccia in parte dell’elettorato.
Il candidato del governo è l’attuale ministro d’economia Sergio Massa, un peronista “trasversale”, che è stato in passato ferreo oppositore ai coniugi Nestor e Cristina Kirchner per poi riappacificarsi con quest’ultima, che oggi è vicepresidente uscente. La sua è una posizione abbastanza scomoda perché per molti argentini è uno dei responsabili dell’escalation dell’inflazione, da molti considerato come il principale problema del Paese, arrivata alla cifra record del 138% su base annuale. Massa assicura che se sarà eletto presidente sarà in grado di correggere il tiro e riafferma la necessità di uno Stato forte di fronte alla povertà che colpisce oggi quattro famiglie su dieci.
La terza forza in corsa è la coalizione di centrodestra “Juntos por el cambio” (insieme per il cambiamento) che candida Patricia Bullrich, già ministra della Sicurezza nel governo del conservatore Mauricio Macri. La Bullrich si è sforzata nelle ultime settimane per sedurre il voto moderato, proponendosi come un’alternativa meno traumatica al peronismo rispetto a Milei. Sono trentacinque milioni gli aventi diritto, si vota anche per rinnovare parte del Parlamento. La legge locale prevede che vince chi ottiene il 45% più uno dei suffragi o il 40% con dieci punti di differenza sul secondo. In alternativa, si andrà a un secondo turno di ballottaggio fissato per il 19 novembre.
L'Argentina alle urne per il nuovo presidente
Telegiornale 20.10.2023, 20:31