Aleppo, seconda città della Siria con i suoi due milioni di abitanti, è nelle mani delle milizie jihadiste e filo-turche che mercoledì hanno scatenato una folgorante offensiva, capace nel giro di pochi giorni di conquistare decine di località. Lo riferisce l’Osservatorio siriano dei diritti umani, un’ONG con sede nel Regno Unito ma un’estesa rete di informatori nel Paese mediorientale. Fanno eccezione solo i quartieri controllati dai gruppi curdi, che sabato avevano preso anche il controllo dell’aeroporto prima di perderlo.
Per la prima volta dal 2011 non ci sono più i reparti dell’esercito regolare, ritiratisi praticamente senza combattere e che secondo il medesimo Osservatorio avrebbero rafforzato invece la loro presenza attorno ad Hama, forse il prossimo obiettivo dei ribelli capeggiati da Hayat Tahrir al Sham, un gruppo erede della fazione siriana di al Qaida. Il suo capo, Abu Muhammad al Jolani, è riuscito a raccogliere sotto un’unica bandiera una galassia eterogenea bene armata e forte di decine di migliaia di uomini. Secondo fonti libanesi, tuttavia, sarebbe stato ucciso in questi giorni in un raid aereo russo, lanciato in risposta all’offensiva. La notizia non ha finora trovato conferma.
Sul fronte opposto Bashar al Assad ha ricevuto domenica dall’inviato di Teheran Abbas Araghchi la promessa del fermo sostegno dell’Iran, che accusa gli Stati Uniti (i quali negano) di aver ordito l’intera operazione. Abbas però è indebolito perché ha perso una parte dell’aiuto internazionale: quello della Russia, che era stata vitale per la totale riconquista di Aleppo nel 2016 ma ora ha ridotto la sua presenza perché occupata dal conflitto ucraino, e quello di iraniani ed hezbollah, decimati dai raid israeliani in territorio siriano e - i miliziani del gruppo libanese - rientrati in patria per far fronte all’offensiva dello Stato ebraico nel sud del Libano.
Secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani, quattro giorni di scontri hanno causato finora oltre 370 morti, in maggioranza combattenti sui due fronti, ma ci sono anche alcune decine di civili.
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