Nella "Valle de los Caidos" (la valle dei caduti) nella Spagna centrale ha avuto luogo lunedì mattina la riesumazione delle spoglie di José Antonio Primo de Rivera, fondatore della Falange spagnola, fucilato dai repubblicani all'inizio della Guerra civile spagnola nel 1936. Si tratta del figlio dell'ex dittatore Manuel Primo de Rivera (al potere dal 1923 al 1930). Tutte le entrate del grande monumento, sormontato da una croce alta 150 metri, sono state presidiate dalla polizia per l'occasione, mentre sul posto si sono radunati alcuni militanti di estrema destra.
Il mausoleo della Valle de los Caidos
La salma di Primo de Rivera è stata trasferita nel cimitero madrileno di San Isidro, dove già riposano diversi membri della sua famiglia. La data del trasferimento è stata concordata con i discendenti e corrisponde al 120mo anniversario della nascita.
Tre anni e mezzo fa il Governo del premier socialista Pedro Sanchez aveva già ordinato lo stesso provvedimento anche per i resti di Francisco Franco, verso il cimitero di El Pardo.
Per Madrid, si tratta di un passo in più nel lavoro che sta compiendo sulla memoria del periodo fascista nella storia del Paese. L'Esecutivo non vuole che il mausoleo, sito nella municipalità di San Lorenzo de El Escorial e di cui Franco stesso ordinò le costruzione nel 1940, sia luogo di pellegrinaggio per chi omaggia persone o ideologie legate al periodo della dittatura.
Il dittarore vi fece traslare anche vittime repubblicane del conflitto interno. Di una parte di esse le famiglie hanno chiesto la restituzione. Questa, come lo spostamento dei corpi dei protagonisti di quel periodo, ha accumulato tuttavia del ritardo fra battaglie giudiziarie. La via scelta dal Governo divide il Paese ed è contestata per esempio dal partito Vox, il cui leader Santiago Abascal ha parlato di "profanazioni che fanno risorgere l'odio". Si tratta di un processo che non tocca solo la "Valle de los Caidos": in novembre erano stati spostati i resti del generale Queipo de Llano, responsabile di migliaia di esecuzioni fra cui quella del poeta Federico Garcia Lorca. Erano conservati in una basilica di Siviglia.