“Sparare per uccidere”. “Giustiziare i colpevoli sul posto”. Con questi slogan il ministro delle risorse naturali e del turismo della Tanzania invita i ranger dei parchi naturali a combattere ai cacciatori di elefanti.
Secondo Khamis Kagasheki infatti la violenza dei responsabili del traffico illecito di avorio è tale da richiedere una risposta altrettanto dura, una “lotta senza quartiere”. Lo ha detto ad una conferenza sulla protezione dei pachidermi, chiedendo pene più severe per le persone coinvolte nel bracconaggio.
Le prime reazioni
La proposta ha diviso l’opinione pubblica. Per alcuni gruppi ambientalisti infatti una tale mossa potrebbe essere controproducente e portare ad un'escalation della violenza. Negli ultimi 10 anni nei parchi naturali dell'Africa sono state uccise più di 1’000 guardie forestali. Il WWF e altre organizzazioni fanno notare inoltre che spesso il bracconaggio è figlio della povertà e quindi non va risolto con mezzi repressivi.
La situazione in Tanzania
In Tanzania gli elefanti sono circa 75'000, un quarto della intera popolazione africana. Il bracconaggio è arrivato a livelli allarmanti nel paese e in quelli vicini: solo lo scorso anno sono stati uccisi nel continente circa 36’000 elefanti. A questo ritmo, stimano gli esperti, si potrebbe arrivare all'estinzione dei grandi mammiferi entro 12 anni.
ATS - PaB