Le urne sono aperte dalle 7.00 e lo resteranno fino alle 21.00 in Sudafrica, dove mercoledì si tengono le seste legislative dalla fine dell'apartheid nel 1994. L'attenzione è tutta rivolta al risultato dell'African National Congress, il partito che fu di Nelson Mandela e che è certo del successo, ma che segnato dagli scandali sotto la presidenza di Jacob Zuma (costretto alle dimissioni) e penalizzato dalla disoccupazione che tocca un quarto della popolazione scenderà probabilmente al di sotto del 62% di consensi dell'ultima consultazione. Un forte calo dell'ANC potrebbe rimettere in discussione la leadership dell'attuale presidente, Cyril Ramaphosa.
Il resto dei voti - alle urne sono chiamati in 26 milioni- dovrebbe essere sparpagliato fra la quarantina di formazioni in lizza in questa elezione a turno unico. Deputati e capo dello Stato non sono eletti direttamente: la percentuale ottenuta da ogni partito si traduce in seggi ed è il Legislativo poi a scegliere quale presidente il capofila della lista vincitrice.
Per guadagnare sostegno, l'ANC ha promesso una politica di espropri senza indennizzo di terre in mano alla minoranza bianca, ma per fare questo deve prima cambiare la Costituzione e quindi disporre di una maggioranza di due terzi, un obiettivo che sarà raggiungibile solo con alleanze. La più probabile è quella con gli Economic Freedom Fighters, formazione di sinistra che gli esperti danno al terzo posto. Il suo leader, Julius Malema, è un fuoriuscito dall'African National Congress e otterrà preferenze soprattutto fra i giovani. Al secondo posto è attesa la Democratic Alliance, espressione delle minoranze etniche. I risultati non sono attesi prima di giovedì.
Le elezioni in Sudafrica
Telegiornale 08.05.2019, 22:00
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