L’esercito sudanese ha preso giovedì la guida del paese e ha arrestato il presidente Omar al Bashir, al potere da 30 anni. Le forze armate, per voce del ministro della difesa e primo vicepresidente, hanno annunciato in diretta televisiva l’imposizione di uno stato di emergenza per tre mesi e il coprifuoco notturno, dalle 22.00 alle 4.00.
Awad Mohamed Ahmed Ibn Auf, ha aggiunto che il periodo di transizione durerà due anni, durante ai quali sarà al potere un "Consiglio militare". Il generale ha poi aggiunto che per almeno 24 ore non sarà possibile uscire o entrare dai confini.
Secondo alcuni media locali, funzionari del Governo oramai uscente sono stati arrestati. Tra loro figurano il vice presidente del National Congress Party, Ahmed Haroun e l'ex vice presidente di Bashir, Ali Osman Taha, oltre alle guardie del corpo dell’oramai ex presidente. I militari, sempre secondo diversi media africani, hanno circondato il palazzo presidenziale di Khartum con uomini e mezzi e l'aeroporto è stato chiuso.
La Repubblica del Sudan
Al Bashir, sulla cui testa pende un mandato di arresto spiccato dalla Corte penale internazionale dell’Aia per crimini di guerra contro l’umanità e genocidio, aveva represso la prima ondata di contestazioni, cambiando poi qualche pedina del suo Governo e decretando infine lo Stato di emergenza. La protesta si era quindi attenuata ma non del tutto estinta, e ha ripreso vigore negli ultimi giorni con i militari che si sono schierati a fianco dei contestatori.
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