Sulle strade del cristianesimo a stelle e strisce

All’improvviso – nella quiete della campagna del nord del Kentucky – una visione prende forma all’orizzonte. Un vascello gigantesco, interamente costruito in legno di pino e di abete rosso. 155 metri di lunghezza, 25 di larghezza, 15 di altezza. Una riproduzione esatta dell’arca di Noè narrata nella Genesi, con tanto di dinosauri salvati dalla furia del diluvio universale.

Parte da qui, dal tempio del creazionismo americano, il mio viaggio on the road tra le pieghe del cristianesimo negli Stati Uniti. Una religione in costante declino – quindici anni fa si identificava come cristiano il 78 per cento della popolazione, oggi il 63 per cento – ma che continua ciononostante ad avere un significativo impatto sulla società e una forte influenza politica, in particolare grazie alla mobilitazione dell’elettorato evangelico, ancora determinante in alcuni stati nel Sud del paese.

La seconda tappa del viaggio ci porta invece a Knoxville, nell’Est del Tennessee, dove un pastore pro-Trump e cospirazionista, Ken Peters, fondatore della Patriot Church, è diventato il simbolo di un fenomeno in preoccupante ascesa, quello del nazionalismo cristiano bianco. Un fenomeno che alcuni osservatori ritengono costituire la principale minaccia per la democrazia americana: in questo senso, l’assalto al congresso del 6 gennaio 2021 suona come un esplicito campanello d’allarme.

Un terzo aspetto peculiare del panorama religioso negli Stati Uniti è quindi quello associato alla capillare diffusione delle radio cristiane, in particolare evangeliche, e alla crescente importanza della musica religiosa: girando in automobile per gli States è praticamente impossibile sfuggire alla tentacolare presenza della “musica di Gesù” su onde FM, declinata in tutti i generi: dal soul al rock, dal country all’hip hop. E allora per impregnarsi di musica e sonorità non potevamo non andare a Nashville, l’indiscussa capitale della musica country.

Infine, c’è un aspetto marginale ma non meno curioso, per non dire sconcertante: quello delle piccole congregazioni che nella remota e povera regione degli Appalachi – tra Tennessee, Kentucky e West Virginia – utilizzano serpenti velenosi durante i loro riti, durante i quali i fedeli entrano in uno stato di trance mistica. Nell’ultimo secolo, circa un centinaio di persone sono morte a causa del morso di un serpente, e questa pratica è ormai illegale in tutti gli stati, tranne la West Virginia. Ed è qui, nello sperduto villaggio di Spire, che ogni domenica i seguaci del pastore Chris Wolford mettono in scena questa macabra danza con la morte.

Andrea Vosti, corrispondente RSI negli Stati Uniti