Tra le migliaia di persone che hanno raggiunto il valico di Rafah per trovare riparo in Egitto c’è anche Ibrahim al Qarnaoui. È uno dei 10 svizzero-palestinesi che ancora sono bloccati nella Striscia di Gaza. “Ci sono bombardamenti ovunque. Case e strade sono state distrutte e molte persone sono morte. Vivo nella paura”, ha raccontato alla RSI l’uomo che era venuto a Gaza per trovare la famiglia.
Ibrahim chiede aiuto alla Confederazione per lasciare il territorio sotto assedio da parte di Israele. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), dice “essere in contatto con le persone interessate o i loro parenti e le sostiene per quanto possibile nella loro eventuale partenza”.
Una partenza complicatissima, come sa anche Geri Müller, ex parlamentare e presidente dell’Associazione Svizzera-Palestina: “Israele ha detto a queste persone di sparire, di andare in Egitto passando da Rafah. L’Egitto non è però pronto ad aprire le porte. Poi Hamas ha detto: noi restiamo, Gaza è Palestina e non la abbandoniamo”.
Secondo Müller è possibile che la presenza di bi-nazionali nella Striscia di Gaza sia usata da Hamas per ottenere contropartite. “La soluzione potrebbe essere che la Svizzera - o altri Stati che hanno cittadini nella Striscia di Gaza o in Cisgiordania - trattino con Hamas. Ma questo è un tema estremamente controverso. La Svizzera aveva dei contatti e ora si vogliono interrompere. Non è probabilmente il momento ideale”.
Finora solo tre svizzero-palestinesi sono riusciti a lasciare i territori, ma si trovavano in Cisgiordania e non nella Striscia dove per uscire servirà più tempo.
Svizzeri a Gaza, situazione intricata
Telegiornale 18.10.2023, 20:35