C'è un lato decisamente oscuro, dietro a quelle esibizioni di delfini ammaestrati che sono fra le maggiori attrazioni dei parchi acquatici. Le loro evoluzioni incantano moltissimi visitatori, che sono però ignari della provenienza e delle modalità di cattura di questi animali. Da dove arrivano? E in che condizioni finiscono in cattività?
La cittadina di Taiji, situata nel sud del Giappone, dà in questo senso molte e inquietanti risposte. In questa località la cattura dei delfini rappresenta una consolidata attività economica. E proprio ieri, venerdì, più di 200 delfini - fra i quali un piccolissimo cucciolo albino (vedi fotogallery) - sono stati catturati e condotti all'interno di una baia ormai tristemente nota alle associazioni animaliste.
La "baia insanguinata"
" La chiamiamo la baia insanguinata ", ci dice Andrea Morello dell'organizzazione "Sea Shepherd" " perché è lì che si svolge purtroppo l'attività legata al terribile mercato dei delfinari ". E un esemplare destinato ai parchi acquatici può valere centinaia di migliaia di franchi.
Ma la cattura, come avviene concretamente? Una volta avvistati al largo dai pescherecci, i branchi vengono fatti deviare dal loro corso attraverso il rumore prodotto e propagato in acqua da bastoni metallici. I delfini, frastornati, vengono così disorientati e forzati a entrare all'interno di questa angusta baia, dove la ristrettezza dello spazio si rivela non di rado fatale. " Alcuni delfini non riescono più a respirare e finiscono soffocati ", ci spiega Andrea Morello.
Si procede quindi alla famigerata selezione. Da una parte, gli esemplari ritenuti idonei ai parchi acquatici. Dall'altra quelli scartati, " che vengono quindi uccisi al fine di commercializzarne le carni come genere alimentare ". E purtroppo nei paesi della regione il consumo di carne di delfino, pur fortemente in calo, conosce ancora una certa diffusione.
La sofferenza nella cattività
Una volta introdotti nei parchi, i delfini vivono in condizioni di intenso stress, sottolinea Andrea Morello. C'è un addestramento innaturale per queste creature marine, che dopo una vita libera negli oceani - dove arrivano a percorrere migliaia di miglia - finiscono per diventare " attrazioni da spettacolo, in vasche che il più delle volte non rispettano la loro naturale attività. Abbiamo moltissimi casi in tutto il mondo che documentano queste sofferenze ".
Le denunce degli animalisti hanno senz'altro prodotto alcuni risultati. C'è un film del 2009, "The Cove", che descrive proprio ciò che avviene nella baia di Taiji e che venne premiato nel 2010 con l'Oscar per il migliore documentario. C'è un paese importante come l'India, che proprio di recente ha deciso di vietare i delfinari nel proprio territorio. Si è tuttavia ancora ben lontani da una sensibilizzazione veramente globale su queste pratiche. Ma gli amici dei delfini proseguono la loro battaglia. " È giusto andare a vedere i delfini nei loro mari, dove possono nuotare liberi. Nel 2014 non c'è più spazio per la cattività, in questo pianeta ", auspica il rappresentante di Sea Shepherd.
Alex Ricordi
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La cattura dei delfini
RSI Info 17.01.2014, 22:58
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La selezione degli esemplari
RSI Info 17.01.2014, 22:59
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La realt? dei delfinari
RSI Info 17.01.2014, 22:59
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