Cadaveri utilizzati per pratiche di meditazione. È questa la spiegazione della polizia dopo il ritrovamento di 41 salme in un monastero buddista thailandese.
I corpi sono stati scoperti sabato in un sito religioso a Pa Nakhon Chaibovorn nella provincia di Phichit, nel centro del Paese. Un funzionario ha dichiarato all’AFP che “erano accompagnati da certificati di morte e di donazione”. Finora non è stata formulata alcuna accusa.
La polizia deve verificare con le famiglie dei defunti che i corpi siano stati donati volontariamente. “Stiamo cercando di assicurarci che nessuno dei cadaveri sia stato rubato”, ha detto l’ufficiale. Il capo del monastero Phra Ajarn Saifon Phandito, ha dichiarato alla televisione PBS che l’uso dei cadaveri faceva parte di una “tecnica di meditazione” che aveva sviluppato. “I praticanti meditano in padiglioni che contengono bare con resti umani”. La meditazione contemplativa su cadaveri è apparsa in Thailandia nel XVIII secolo, prima di estinguersi nel XX secolo.
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Telegiornale 06.10.2022, 14:30