20 maggio. Tunisi. Rashid Ghannushi il leader del partito “islamico” tunisino, che ha radici nella Fratellanza Musulmana, Ennahda annuncia ai congressisti che il partito si trasformerà in un movimento "democratico e civile" i cui "valori di rifermento" saranno la "civilizzazione islamica e quella moderna". La svolta era stata preceduta da alcune dichiarazioni del leader del partito che in un'intervista a "Le Monde" di “fine dell’Islam politico” e della “necessità di un Islam democratico”. Dichiarazioni che, alla luce degli ultimi attentati dell'IS - a Dacca e Baghdad -, assumono un valore ancora maggiore.
Avversato sia dal regime di Bourguiba prima, sia da quello di Ben Alì poi, Ghannoushi è tornato in Tunisia nel 2011 dopo ben 20 anni di esilio. Ad accoglierlo molti sostenitori ed un paese che per primo ha accolto le istanze delle rivoluzioni arabe. In questi cinque anni Ennahda ha vinto le elezioni nel 2011, ottenendo il 37% dei voti, e ha avuto un ruolo determinante nello scrivere la nuova Costituzione del paese. Ha inoltre dimostrato lungimiranza politica lasciando la guida della Tunisia a un governo tecnico quando il consenso intorno al partito cominciava a vacillare.
La svolta alla quale Ghannoushi chiama il suo partito mette alla prova non solo il presente di Ennahda, ma anche il futuro della Tunisia. Ghannoushi ci ha ricevuto due settimane fa nella sede di Ennahda a Tunisi (guarda la VIDEOintervista).
f.m./m.c.