Gli Stati membri dell’UE hanno dato il via libera definitivo lunedì alla legislazione che richiede il ripristino degli ecosistemi danneggiati, con il ministro dell’Ambiente austriaco che ha sfidato il proprio governo per sostenere il testo dopo mesi di stallo. La decisione, sostenuta da 20 dei 27 Stati membri in occasione di una riunione dei ministri dell’Ambiente a Lussemburgo, sta a significare che questo testo chiave del “Green Deal”, già approvato dagli eurodeputati, può ora entrare in vigore.
Finora l’Austria aveva ufficialmente scelto di astenersi a causa delle divisioni all’interno della coalizione di governo. Il cancelliere conservatore Karl Nehammer ha giudicato “illegale” il voto del suo ministro dell’ecologia Leonore Gewessler, minacciando di presentare un “ricorso per annullamento presso i tribunali europei”.
L’eurodeputato belga Alain Maron, il cui Paese detiene la presidenza di turno dell’UE fino alla fine di giugno, ha tuttavia ritenuto che si trattasse di una “disputa interna” all’Austria, sottolineando che “sono i ministri intorno al tavolo a parlare”. Hanno votato contro Italia, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia e Svezia, mentre il Belgio si è astenuto.
La legislazione, la cui adozione è stata salutata come “una vittoria storica” dall’ONG ambientalista WWF, richiede l’introduzione entro il 2030 di misure per ripristinare gli ecosistemi sul 20% delle aree terrestri e marine dell’UE e per risistemare almeno il 30% degli habitat (zone umide, foreste, ecc.) in cattive condizioni.
Altre disposizioni mirano a migliorare i criteri di misurazione dello stato di salute delle foreste, a rimuovere le dighe dai corsi d’acqua e ad arrestare la diminuzione del numero delle api.
RG 12.30 del 17.06.2024